Viola News
I migliori video scelti dal nostro canale

L’approfondimento

Fiorentina: andateci piano a parlare di crisi

Fiorentina: andateci piano a parlare di crisi - immagine 1
Il punto di Alberto Polverosi sul momento difficile della Fiorentina. Ancora niente crisi, ma solo disagio.

Alberto Polverosi

Affiancato al nome della Fiorentina, sento e leggo sempre più spesso la parola “crisi”. Io ci andrei cauto, un po’ per prudenza, un po’ perché è ancora presto per arrivare a un punto così risolutivo. Per definire oggi la Fiorentina forse è più giusto usare la parola “difficoltà”, o ancora meglio “disagio”. La crisi può nascere davvero solo in un caso: sconfitta pesante giovedì a Istanbul, allora diventa un problema serio il cammino in Europa con riflessi negativi sul campionato. Ma vale la pena aspettare.

Il confronto

Non c’è dubbio che questa stagione abbia vissuto di giornate opache per la Fiorentina, ma le ragioni (da non considerare attenuanti) non mancano. Un anno fa, dopo 9 partite ufficiali (8 di campionato e una di Coppa Italia contro il Cosenza), la squadra di Italiano aveva totalizzato 15 punti con 5 vittorie, 0 pareggi e 4 sconfitte, 14 gol fatti (4 tutti insieme al Cosenza) e 12 subiti. Quest’anno, dopo 9 gare ufficiali (6 di campionato e 3 europee) la squadra ha 11 punti con 2 vittorie, 5 pareggi e 2 sconfitte, con 8 gol segnati e 7 subiti. Non vorremmo tornare sempre al solito punto. Perché è noioso, stancante e fa arrabbiare qualcuno, ma un anno fa dopo quelle 9 gare ufficiali Vlahovic aveva già segnato 6 gol. Se poi però Commisso spiega che la cessione del serbo è stata un’operazione fenomenale sul piano economico non dovrebbe dimenticare che l’operazione conseguente, quella della sua sostituzione, è stata fallimentare sul piano tecnico.

La differenza fra la prima e la seconda Fiorentina di Italiano c’è. Sarebbe più consistente se prendessimo solo il campionato. Un anno fa, alla 6a giornata, i punti erano 12 col 5° posto in classifica, quest’anno sono la metà, 6, con l’11° posto in classifica. Abbiamo usato il condizionale perché questo confronto, pur simmetrico, non è corretto. Un anno fa la Fiorentina giocava una partita la settimana, l’unica variante era stato il Cosenza in Coppa Italia; quest’anno i play-off di Conference League, contro una squadra di sicuro non modesta come il Cosenza, hanno assorbito energie ai giocatori e all’allenatore, la squadra non è stata lucida, ha giocato gestendosi e se la Fiorentina, per come l’ha cresciuta Italiano, pensa a gestirsi va in confusione. Pesa tantissimo (forse troppo) la mancanza di esperienza internazionale a tutti i livelli, sia tecnici che societari.

Niente crisi

L’allenatore ha fallito clamorosamente le partite di Empoli e Udine (le peggiori della stagione viola). Quando ha rivoluzionato la squadra con 9 cambi forse perché in testa aveva il Twente, ma in altre occasioni la Fiorentina è piaciuta. Il primo tempo con la Cremonese, un’ora in casa col Twente al Franchi, l’atteggiamento da squadra matura a Enschede, ottanta minuti contro la Juve. Ecco perché non è tutto da buttare, ecco perché non è crisi. Giovedì a Istanbul la Fiorentina giocherà un altro spareggio dopo quello col Twente. Incontra una squadra forte, imbattuta da 12 partite di campionato a cavallo delle due stagioni. In questa ha 3 vittorie e un pareggio (gioca oggi alle 18 col Besiktas secondo in classifica), a cui va aggiunto il trionfo di Edimburgo, 4-0 contro gli Hearts. Insomma, ci siamo: in Turchia capiremo quanta forza ha la Fiorentina di oggi.

Fiorentina: andateci piano a parlare di crisi- immagine 2
tutte le notizie di