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Fiorentina al bivio Milenkovic: evoluzione tecnica evidente, ma il valore cala

Fiorentina al bivio Milenkovic: evoluzione tecnica evidente, ma il valore cala - immagine 1
Tra attaccamento alla maglia e voglia di grandi palcoscenici, la prossima estate svelerà se Milenkovic è destinato a diventare una bandiera

Federico Targetti

Hanno tenuto banco stamani le indiscrezioni rilanciate dal Corriere Fiorentino secondo le quali Nikola Milenkovic, centrale serbo della Fiorentina classe 1997, ha mercato nonostante il rinnovo di contratto fino al 2027 con la società viola. L'Inter, già "minacciosa" la scorsa estate, avrà bisogno di un difensore dopo la partenza di Skriniar e il numero 4 gigliato rimane in lista. Fuori portata per le casse nerazzurre? Probabilmente sì, dato che il contratto è ampiamente più solido rispetto ad agosto, ma non è comunque da escludere a priori una partenza, per due motivi.

Pronti a tutto

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Contro-intuitivamente, il momento migliore per vendere un giocatore è proprio dopo il rinnovo di contratto, per massimizzare la forza economica della società che cede. Avete presente Bremer che ha rinnovato col Torino prima di andarsene? Inoltre, Igor e Quarta hanno mostrato di potersela cavare in difesa con ottimi risultati, si vedano le partite contro Verona e Milan in cui la coppia sudamericana è rimasta imbattuta fino all'ininfluente e tardivo gol di Theo Hernandez. Per questo la Fiorentina potrebbe anche pensare alla cessione di Milenkovic, se gli interessamenti che si sono susseguiti negli anni si trasformassero mai in offerte all'altezza e col tempismo giusto.

Il pretoriano di Italiano

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I "pretoriani" erano le guardie del corpo del comandante dell'esercito romano, poi degli imperatori. Le più vicine, le più fidate. Si può dire che Milenkovic fin dall'arrivo di Italiano sia stato un suo pretoriano, dato che i due rinnovi firmati nel giro di 13 mesi (luglio 2021 e agosto 2022) sono stati dichiaratamente dovuti alla presenza del tecnico siciliano e al suo gioco, che ha stregato Nikola al punto dal rimandare la sua partenza verso un top club in nome del progetto. E il modo di difendere impostato dall'allenatore ex Spezia è stato recepito, segnando un'evoluzione tecnica notevole per Milenkovic, punto fermo, colonna sempre affidabile e autore in due stagioni anche di 6 reti. Però...

Il paradosso

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Però queste cose le fa e le ha sempre fatte dal 2018, quando Stefano Pioli lo schierava addirittura da terzino destro nella Fiorentina che di lì a pochi mesi avrebbe cambiato proprietà. Con Montella, Iachini e Prandelli, Milenkovic ha raggiunto da "braccetto" destro della difesa a tre la sua valutazione più alta secondo il sito specializzato transfermarkt (35 milioni), per poi vederlo scendere e assestarsi, durante l'ultimo biennio, sui 20 milioni. Un po' perché non è più un giovane di belle speranze, un po' perché a parte ambientarsi bene nel nuovo sistema di gioco offre sempre prestazioni all'altezza, da ottimo giocatore ma non da fenomeno quale ci si poteva aspettarediventasse cinque anni fa. Il suo contratto scadrà a 10 anni meno un giorno dal suo arrivo a Firenze, datato 1 luglio 2017: per quella data avrà 30 anni, quindi le strade sono due: o bandiera, smentendo l'ad dell'Inter Marotta che sostiene che non ne esistano più, o cessione il prima possibile, per evitare che il valore scenda ancora. Se come si dice tre indizi fanno una prova, la terza estate di voci di mercato a vuoto segnerebbe una sorta di punto di non ritorno. Anzi, di non partenza!

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