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Fiorentina, ti servivano solo i punti. Torna il sereno prima del Milan

Enzo-bucchioni
L'editoriale del martedì

Enzo Bucchioni

Serviva la vittoria, servivano il carattere e una reazione da squadra per esorcizzare i cattivi pensieri e provare a riprendere il cammino anche in campionato. Fatto. Il tutto condito con tre gol e la porta inviolata, numeri che aiutano alla ricerca della positività come il quinto gol di Cabral in quattro partite e un’incredibile rete di Biraghi da metà campo, da Guinness dei primati.

Insomma obiettivo più che centrato con piccole soddisfazioni sparse.

Non è stata una bella partita, questo va detto, ma in certe situazioni il bello è relativo rispetto alla concretezza, all’utilitarismo e alle necessità. Quasi una legge del contrappasso, quante abbiamo visto una bella Fiorentina perdere, questa volta una Fiorentina normale, non particolarmente attraente, è andata a vincere con relativa tranquillità restando sempre in controllo di una partita che a volte è sembrata pure sporca e cattiva.

Era quello che serviva e avevamo auspicato, in certi momenti il risultato deve passare avanti a tutto, anche ai moduli e alle idee tattiche e la Fiorentina l’ha capito. La prova di orgoglio è arrivata, forse sarà servita a scacciare anche qualche paura, almeno lo speriamo, e a ridare alla squadra l’autostima mancata fino ad oggi sempre restando al campionato.

Era dal sei di gennaio che la squadra viola non vinceva in campionato, da novembre che non portava a casa tre punti in trasferta, una storia che aveva dell’incredibile per il valore e la potenzialità di una rosa costruita con ben altre ambizioni.

I perché di questa situazione li abbiamo esaminati mille volte, l’astinenza da gol soprattutto, i correttivi non hanno funzionato e nel frattempo la classifica s’era fatta triste e pericolosa.

C’era bisogno di una scossa, di un’inversione di tendenza che andasse oltre la scarsa vena dei centroavanti, la fragilità caratteriale e il rendimento insufficiente di alcuni acquisti estivi, c’era bisogno solo e soltanto di punti per provare a ricominciare un discorso forse mai nato.

La vittoria è arrivata grazie all’assist di Ikonè, uno dei più deludenti finora e al gol di Barak, un altro oggetto quasi misterioso che forse dovrebbe giocare sempre sull’erba di Verona, il suo portafortuna.

Ci ha messo ancora una volta il gambone anche Cabral che non avrà le movenze eleganti di un ballerino, ma almeno punta al sodo. 

Ha chiuso il discorso Biraghi appena entrato che ha battuto a sorpresa una punizione da metà campo, furbescamente, mentre tutti stavano a discutere. Un colpo da rugby, con il portiere fuori dai pali e una traiettoria perfetta. Provateci voi, mi viene da dire. Soprattutto a quelli che continuano a prendersela con Biraghi in maniera incomprensibile. E sono tanti. Li ho sentiti anche ieri sera a Radio Bruno e la cosa è fastidiosa pure per me. Sono sincero.

Biraghi non è un campione, un giocatore come ce se sono tanti, da sei, ma che dà sempre molto, ha carattere e qualche colpo come quello di ieri sera. E’ il capitano della Fiorentina e un motivo ci sarà, sono contento per lui quando dà queste risposte a chi ragiona per antipatie e simpatie non pensando al calcio e all’utilità dei giocatori. E poi non vedo in giro, nel ruolo, tanti fenomeni o giocatori che la Fiorentina possa prendere. Ne riparleremo in estate.

Che effetto farà questa vittoria?

Come detto toglie quell’ansia che ti veniva guardando la classifica e di sicuro rasserenerà anche lo spogliatoio. Ma non dovrà essere un effetto simile alla paura passata con archivio annesso, al contrario questa vittoria dovrà essere un esempio di atteggiamento da seguire, una sorta di ripartenza verso gli ultimi tre mesi di campionato.

Restano quattordici partite da giocare, la Fiorentina ha davanti squadre che sulla carta sono tutte raggiungibili per riposizionarsi attorno a quel settimo posto che era l’obiettivo di inizio stagione. Non so se ce la potrà ancora fare, ma spero che questa vittoria serva a far capire che a volte la concretezza è fondamentale, che il carattere e la rabbia non devono mai mancare.

Recuperare posizioni in campionato può contribuire a rasserenare la squadra, ma soprattutto l’ambiente e può accompagnare in maniera positiva anche gli impegni di Conference che si avvicinano.

Sabato arriva il Milan rilanciato e sono sicuro che la Fiorentina regalerà una grande prestazione, come è sempre nelle sue corde contro squadre che giocano al calcio. Magari contribuendo al rilancio, a una crescita del rendimento e della condizione media di tanti giocatori ancora in mezzo al guado.

Lo ripeto, è un auspicio.

Lo avevamo sperato anche dopo il 4-0 di Braga, continuiamo a cercare piccoli-grandi segnali che ci possano dire che la ricerca della continuità è arrivata a dama, che la squadra ha finalmente trovato equilibrio e risultati da partita a partita. Che gli alti e i bassi sono finiti.

Non resta che sperare perché certe stagioni strane a volte riservano sorprese positive se c’è un’inversione di tendenza. E’ il momento giusto?

Lo sapremo solo vivendo, diceva il filosofo. Sarei felice per la Fiorentina, per i tifosi veri, servirebbe una bella lezione per i soliti disfattisti, qualunquisti, nel senso di gente qualunque, che spesso si spacciano per tifosi viola e invece ragionano come fossero nemici giurati. Atteggiamenti di tutti i giorni che non accetterò mai quando sono esagerati e pretestuosi.

Ma è un discorso vecchio, di nuovo ci sono i tre punti e non è poco.

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