Il mio futuro? Non facciamo questi discorsi, dobbiamo pensare alla Fiorentina, ad onorare questa maglia e la memoria del direttore. I singoli vengono dopo.
Così dopo la sconfitta contro il Milan. La comunicazione dell'addio sarebbe arrivata sulla scrivania dei dirigenti viola con un largo anticipo, per non rischiare di ripetere quello che è successo nel 2021 con lo Spezia: rinnovo, dichiarazioni al miele, poi la Fiorentina rompe con Gattuso e bussa alla porta di Italiano, che non se la sente di rifiutare. L'ambiente spezzino da allora è avvelenato, ci sono stati scontri anche nel ritiro di Moena e più volte l'ex Trapani ha ammesso di aver sbagliato e di non voler comportarsi così una seconda volta. Molto bene, ma allora, stando così le cose, come si fa a non parlare di futuro?
A Firenze la gente vuole sapere a chi sarà affidato il nuovo ciclo, nelle piazze più blasonate c'è apprensione e curiosità per la figura di Italiano che comunque intriga, avendo portato la Fiorentina innegabilmente più in alto di dove l'ha presa, proponendo un gioco offensivo e scintillante nelle sue punte di espressione migliori. C'è tempo e modo di chiudere alla grande questo triennio, già a partire dalla semifinale di andata di Coppa Italia tra due giorni contro l'Atalanta e poi con i quarti di finale di Conference League contro il Viktoria Plzen nelle settimane successive, ma caro Vincenzo, non è possibile pretendere di non parlare di futuro. Fa parte della natura di tifosi e addetti ai lavori. Così come, a dispetto del tuo innegabile lavoro, fa parte della natura della difesa viola non "scappare prima".
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