Italiano, Belotti e delle strane smentite della società. Questi i temi principali del consueto editoriale di Matteo Magrini per Violanews.com
Se i cellulari potessero parlare…se certe telefonate fossero state registrate. Sarebbe bello (molto bello) riascoltarle o rileggerli adesso. Ma in fondo, va bene così. Che le parole (“Belotti lo seguivo da tempo e finalmente sono felice di averlo con noi”, Commisso dixit) se le porti via il vento e che Italiano, dopo due anni e mezzo, si goda finalmente un centravanti degno di questo nome.
Delle strane smentite
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Certo, e così torniamo al punto di partenza, vien da sorridere se si ripensa a quello che accadeva nel giugno del 2022 e si ascolta, appunto, quanto detto qualche giorno fa dal presidente. Il riferimento è a giorni nei quali la Fiorentina (tanto per cambiare) era alla ricerca di un attaccante ed in molti (sottoscritto compreso) raccontarono di un tentativo (serio) per il Gallo. “Fake news”, “non è assolutamente un nostro obiettivo, smettete di scriverlo”, erano le (informali) smentite che la dirigenza faceva arrivare ai giornalisti. Delle due l’una, insomma. O lo “seguivano da tempo”, o quello che ha detto il presidente non è altro che la solita frase di circostanza. La realtà (che sarà magari prontamente bollata come inventata) è che l’interesse c’era eccome già allora ma il problema, as usual, furono i soldi. Troppo alte, secondo la Fiorentina, le richieste del giocatore e del suo entourage. E così, a parametro zero, Belotti se ne andò a Roma.
Finalmente Belotti
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Oggi però (dopo quattro centravanti, e circa 50 milioni spesi di soli cartellini più gli ingaggi) Andrea è finalmente a Firenze e pazienza se nel frattempo tanti quattrini sono volati (più o meno invano) dalla finestra. Del resto, “i soldi non sono un problema”. Resta semmai un pizzico di rammarico e di rimpianto per quello che sarebbe potuto essere e che non è stato ma adesso vale la pena mettere da parte il passato, e pensare al presente. Lo scrivemmo subito, e siamo felici di ribadirlo: prendere Belotti a gennaio, in mezzo ad un mercato a dir poco deludente, è stata un’ottima idea. E quanto successo tra Lecce e la gara col Frosinone ne è stata la piena dimostrazione.
Avere un centravanti vero...
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L’ex bomber del Toro infatti (ri)porta alla Fiorentina e al suo allenatore tutto quello che mancava dai tempi di Vlahovic. I gol sporchi, prima di tutto. Quelli che la punta sa crearsi anche da solo in area di rigore, aggredendo con ferocia ogni pallone che transita dalle sue parti. E poi ancora. Lavoro spalle alla porta, pressione sui difensori avversari, sponde, spazi occupati. O pensate che sia un caso che anche uno come Ikoné, all’improvviso, abbia tirato fuori una prestazione convincente? Già. Avere un centravanti vero permette infatti anche a chi gli sta attorno di esprimersi al meglio. Vale per Ikoné, per Nico e, ne siamo certi, varrà anche per Beltran e Bonaventura. Ovvio però, che il tema principale sia il gol. Gli attaccanti servono a quello e la partita col Frosinone ha chiarito una volta di più quanto sia determinante avere un giocatore che stappi le gare. Non era partita benissimo, la Fiorentina, ma grazie al timbro di Belotti (alla prima occasione buona) ha messo la strada in discesa. E questa squadra, si sa, quando passa in vantaggio diventa una bega per tutti.