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De Sinopoli (Atf) a VN: “Come sono cambiati i tifosi negli anni”

De Sinopoli (Atf) a VN: “Come sono cambiati i tifosi negli anni” - immagine 1
Federico De Sinopoli, presidente dell'aft in esclusiva a Violanews ha parlato del tifo viola, della squadra e di tanto altro
Paolo Mugnai
Paolo Mugnai Redattore 

A poche ore dal secondo impegno ufficiale stagionale della Fiorentina, Violanews ha contattato Federico De Sinopoli presidente dell’Atf (Associazione Tifosi Fiorentini). Grande debutto a Marassi in campionato. Te lo aspettavi?

“Non mi aspettavo una vittoria di quelle proporzioni, io sono di vecchio stampo e mi accontenterei anche di un punticino alla volta, una partita così da grande squadra non me la aspettavo. Mi ha deluso il Genoa, nonostante l’entusiasmo, lo stadio pieno, il centravanti della Nazionale, non ci ha capito niente dal primo


all’ultimo minuto. Una situazione del genere ti fa sognare anche in considerazione di come hanno giocato le altre squadre alla prima di campionato”.

Il mercato è ancora in corso, ma per ora il giudizio qual è?

“Al momento sono soddisfatto perché si è fatta una sola partita, giocata bene e vinta meglio. Manca ancora una settimana, le notizie si alternano, ci sono 42 milioni offerti per Nico che pare siano stati rifiutati però questo ti fa capire come può cambiare tutto dall’oggi al domani. Ci sono tante variabili, come il giocatore

che si infortuna, però al momento sono contento perché c’è una logica”.

Un commento sulla situazione di Castrovilli con la maglia numero 10 passata a Nico?

“Sono dettagli. Una maglia numero 10 deve andare in campo, poi se la sono gestita nello spogliatoio quindi va bene. La maglia è importante ma la prende Nico Gonzalez che è comunque il giocatore più pagato. Chiaro che nessuno dei due incarna il grande numero 10, Antognoni, De Sisti, Rui Costa, Mutu, ma è una

soluzione interna che ci sta”.

La trasferta a Vienna chiusa stasera ai tifosi?

“Ci stava. Il West Ham ha avuto due giornate. I parametri della giustizia dell’Uefa li conosciamo bene, ci siamo passati più volte, da Salerno in Coppa Uefa contro il Grasshoppers nel 1998 ad altre situazioni”.

Che partita ti aspetti alle 19?

“Il Rapid Vienna è alla sesta partita ufficiale, quattro di campionato e due di coppa. Giocano in casa. Ci stanno tante cose, che la Fiorentina vada là con personalità e metta il risultato al sicuro, speriamo, ci sono tra l’altro possibilità di cambio in formazione e anche questo potrebbe essere interessante”.

Come è cambiato il tifoso in questi anni?

“Ci sono vari paletti storici, l’ultimo è il covid che ha inciso perché qualcuno ha fatto altro mentre c’è chi si è avvicinato per stare in un contesto di socializzazione. A livello di curva c’è un’evoluzione perché cambiano certe dinamiche. Oggi ci sono i telefoni, i social, ci sono modi per propagandare quanto succede, per mettersi in mostra. Per quanto riguarda i giovanissimi, ormai non sentono il bisogno di andare allo stadio che per me era fisiologico, perché il campionato se lo fanno in casa sentendosi protagonisti, addirittura oggic’è il campionato eSports giocato con le maglie delle squadre. È un’altra cosa. È impossibile affezionarsi ai calciatori perché oggi non li vedi più se non in rare occasioni, è difficile farsi fare gli autografi, solo se li aspetti otto ore davanti al cancello e si degnano di abbassare il finestrino. Poi di calcio ne parli dal lunedì alla domenica così la partita non è più sentita, manca l’attesa. Manca il silenzio dell’attesa. Ho smesso di ascoltare radio, leggere, perché voglio mantenere quella parte buona del calcio vecchio quando la partita finiva alle cinque, vedevi due immagini e ne riparlavi la domenica successiva”.

Cosa fare per avvicinare di più i giovani tifosi?

“L’unica cosa sono i successi sportivi. Non c’è un’altra strada. Se lo scorso anno la Fiorentina avesse vinto almeno un trofeo avrebbe incrementato. Se non vincono, fai fatica. Vuoi fare il giro delle scuole? Ma poi c’è la partita e se i tuoi giocatori risaltano meno rispetto a quelli delle altre squadre... Il discorso non riguarda

solo la Fiorentina ma tutte le società. Si necessita del risultato sportivo”.

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