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Da Torreira a Bonaventura. Un triennio di addii e scelte deludenti

Da Torreira a Bonaventura. Un triennio di addii e scelte deludenti - immagine 1
Un triennio fatti di addi e arrivi, che però non hanno convinto. Da Torreira a Bonaventura, storia di un centrocampo diviso
Niccolò Meoni
Niccolò Meoni Redattore 

L'addio di Bonaventura sembra sempre più vicino. Jack a Firenze, soprattutto durante il ciclo di Italiano, ha ritrovato una seconda giovinezza. Il fantasista spesso è stato il faro di un centrocampo altalenante, ecco il centrocampo. Nell'analisi del triennio di Italiano spesso ci si è concentrati sulla mancanza di un vero 9 post Vlahovic. Ma oltre a questo uno dei problemi nascosti, a seconda dei punti di vista, è stata la continua alternanza di uomini cruciali nella zona mediana

Da Torreira ad Arthur, un triennio altalenante

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Tutti i tifosi e gli addetti ai lavori sono concordi che la stagione 21/22 sia stata quella più divertente della squadra viola, con Italiano. Non solo per la fase offensiva, ma per un centrocampo veramente folto e pieno di soluzioni. Da Torreira, dominante in entrambe le metà campo, a Bonaventura mezz'ala nel 4-3-3, al Castrovilli pre-infortunio. Con alternative spesso preziose come Duncan e Maleh, passando per Amrabat che nelle ultime giornate trovò una condizione ottimale. L'infortunio dell'ex Bari, e il mancato riscatto di Torreira hanno costretto Italiano a varare un 4-2-3-1 diverso nei successivi due anni.


Prima Amrabat play basso, con a fianco Mandragora, e poi il discontinuo (a causa del fisico) Arthur, non hanno mai dato la fluidità e lìaggressività viste nel primo anno. L'unica costante è stata proprio Bonaventura. L'ex Torino non ha mai convinto, così come Barak, mai a suo agio nel possesso palla di Italiano. Nemmeno Maxime Lopez si è rivelato un acquisto utile.  Adesso con un Castrovilli in dubbio, e giocatori come Duncan e lo stesso Barak in partenza, il mancato riscatto di Arthur, la Fiorentina si ritrova a ripartire a centrocampo. L'obbligo sarà affidare a Palladino dei giocatori funzionali, e di non smebrare una zona cruciale. Per un allenatore che ha basato molti dei propri successi a Monza proprio sulle funzioni dei due mediani e dei trequartisti.

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