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Cucchi a VN: “Se cala la velocità, Fiorentina meno efficace. Italiano sta imparando una cosa”

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Parla la storica voce di Rai Radio: "Sconfitta a Monza? Probabilmente un calo di concentrazione"
Filippo Angelo Porta

Il giorno dopo, anche in tarda serata, la sconfitta di ieri contro il Monza brucia ancora molto in casa viola. In conferenza stampa Italiano l’ha definita una brutta battuta d’arresto. Già. Ma come lo si spiega? Perché la squadra si è seduta dopo appena 15 minuti? Per discutere del match di ieri e per inquadrare il finale di stagione della Fiorentina, abbiamo intervistato Riccardo Cucchi, voce storica della trasmissione radiofonica “Tutto il calcio minuto per minuto” e grande conoscitore di calcio giocato.

Buonasera Cucchi. Le chiedo, come prima cosa, un commento sulla partita Monza-Fiorentina di ieri. Si aspettava una sconfitta da parte della squadra viola?

No, sinceramente no. Ho visto molte gare della Fiorentina quest'anno e, nelle più recenti, avevo apprezzato la continuità di gioco e risultati che le avevano caratterizzate. Comunque una trasferta a Monza non è agevole per nessuno.

Fa riflettere anche come è arrivata questa sconfitta. In vantaggio di due reti dopo appena 15 minuti, la squadra viola si è fatta rimontare. Come si spiega ciò?

Probabilmente con un calo di concentrazione. Essere in vantaggio comporta un involontario senso di sicurezza anche nelle squadre più esperte. Aggiungiamo anche un altro elemento: il gioco di Italiano prevede grande velocità di esecuzione. Se cala la velocità il gioco viola perde di efficacia. Il dispendio di energie è molto alto.

Molto male la difesa: c’è l’attenuante della stanchezza per le tante partite in stagione?

Diciamo anche che la filosofia di Italiano è offensiva. Il che non vuol dire che la fase difensiva non sia curata, ma certo prevale la voglia di attaccare. La Fiorentina ha incassato 6 gol in due partite e a Monza ha giocato un ruolo importante anche la stanchezza proprio per le ragioni che spiegavo in precedenza.

A proposito della stanchezza. Secondo lei quanto ha influito il doppio impegno di Conference League contro il Lech Poznan?

Le coppe incidono. È inevitabile. I giocatori non sono figurine da play station. Hanno muscoli che si logorano e fiato che si consuma. Sono importanti gli organici per reggere su più fronti. Ma solo le società più ricche possono permettersi organici abbondanti e di qualità.

Secondo lei che cosa Italiano ha imparato o sta imparando da questa stagione?

La gestione delle risorse che ha disposizione. E si vede dalle buone prestazioni che la Fiorentina è in grado di offrire.

Le chiedo, infine, se fosse Italiano, che cosa direbbe ai suoi ragazzi per il finale di stagione.

Concentrazione lungo tutti i 90 minuti. Credo che la squadra abbia consapevolezza delle sue qualità. Una mentalità vincente si acquisisce soprattutto allenando la testa. La Fiorentina è impegnata su tre fronti: Conference, Coppa Italia e campionato. È un risultato di prestigio che va gestito, fisicamente e mentalmente.

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