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Commisso e quelle domande che non avranno risposta

Magrini
Il commento a mente fredda sulle parole di Rocco Commisso rilasciate questa mattina ai media ufficiali viola.
Matteo Magrini

Avremmo voluto (ma non abbiamo potuto) chiedergli un sacco di cose: quale sia, per esempio, il loro pensiero sul reale valore e sulle possibilità di questa rosa. Sarebbe stato interessante chiedergli come mai, sul mercato di gennaio, ci si è ridotti agli ultimissimi giorni per tentare l'assalto ad un giocatore come Gudmundsson e perché, quando il Genoa ha detto chiaramente di non volerlo vendere, si è (almeno a sentir le parole del dg Barone) continuato ad insistere senza pensare ad un'alternativa. E poi ancora: come si è arrivati allo scontro con Bonaventura? Davvero gli è stato proposto un contratto al ribasso o sono tutte illazioni? Parlando dell'allenatore invece, che (parole del presidente) “gode della totale fiducia per il lavoro straordinario che ha fatto", avremmo chiesto volentieri se tanta stima si è mai tradotta in una chiamata per iniziare a parlare del prolungamento. E lo stadio? Perché tutte le volte che il Comune muove un passo in direzione della Fiorentina dal club non arriva mai un “sì” convinto ma, semmai, viene continuamente alzata l'asticella delle richieste? E potremmo andare avanti (quasi) all'infinito.

Avremmo voluto (ma non abbiamo potuto) ma ci ha pensato l'ufficio stampa della società a mettere sotto torchio il presidente, obbligandolo a dare tutte le risposte che non solo la stampa, ma anche e soprattutto i tifosi, stavano aspettando. Niente di strano, sia chiaro. In nessun club del mondo chi viene stipendiato dalla proprietà si azzarda a mettere in difficoltà il proprio datore di lavoro. Il problema (e prima o poi anche dalle parti del Viola Park si accorgeranno che di tale si tratta) è la “strategia” che sta alla base di appuntamenti come quelli di stamani. Davvero, chi gestisce la comunicazione, il presidente ed il direttore generale, pensano che sia questo quello che chiede la città? Davvero sono convinti che “comunicare” così faccia il bene della Fiorentina? Oppure, tanto per stare alla strettissima attualità, confezionare una manciata di minuti di monologo nel quale sostanzialmente si dice che “tutto va bene, quanto siamo bravi” mentre la squadra attraversa la difficoltà più grande degli ultimi due anni e mezzo e dopo un mercato che ha deluso le aspettative di molti rischia soltanto di alimentare il nervosismo della piazza?


Lo scriviamo, ma con la semi certezza che questo modo di relazionarsi con l'esterno (purtroppo) non cambierà. Eppure sarebbe tanto utile. A tutti. Detto tutto questo, e soffermandoci solo per un attimo sui concetti espressi da Commisso, possiamo soltanto comprendere (e condividere) la difesa del gruppo e dell'allenatore. Pubblicamente, si fa così, e se c'è da dare qualche “risciacquata” lo si fa in casa. Ecco. Semmai, all'esterno, si possono aggiungere fatti concreti alle parole. Non risulta però, che al mister sia stato ancora proposto un prolungamento di contratto. Oppure, senza volersi spingere così in là, se gli si voleva mandare un messaggio di supporto e sostegno lo si poteva fare dandogli quello che aveva chiesto. Non è andata così, e pazienza se il presidente trova “imbarazzanti” i commenti di chi parla di problemi tra tecnico e società. Perché andrà pure tutto bene e tutto sarà anche apparecchiato per un bellissimo futuro insieme ma i fatti, a gennaio, hanno raccontato una realtà molto diversa. Una realtà nella quale allenatore e squadra sono stati costretti ad affrontare l'emergenza praticamente senza rinforzi e che oggi, per l'ennesima volta, sono chiamati a superarsi.

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