Viola News
I migliori video scelti dal nostro canale

esclusive

Colpani, sintesi del Palladino-ball: troppo flaco per tutti, essenziale per Raf

Colpani, sintesi del Palladino-ball: troppo flaco per tutti, essenziale per Raf - immagine 1
Un legame di idee e tecnico, quello tra Palladino e Colpani. Troppo leggero per molti, ma non per lui, e adesso il duo potrebbe ritrovarsi a Firenze
Niccolò Meoni
Niccolò Meoni Redattore 

Quante volte abbiamo sentito dire negli ultimi anni la frase: "In Italia i giocatori di talento non li facciamo giocare"? Uno dei tormentoni più ripetuti nel bel paese quando si parla di calcio, e la storia di Andrea Colpani sembra confermare l'assunto. Il flaco, letteralmente magro in spagnolo, soprannome assegnatogli vista la sua figura magra e slanciata ha dovuto sudarsi l'approdo in Serie A e la ribalta. Colpani è l'ultimo innesto della Fiorentina e il suo legame con Palladino è evidente. Prima di incrociare sulla propria strada il tecnico viola Colpani ha faticato a trovare la sua dimensione.

Flaco per tutti, o quasi

—  

Il classe 99 infatti è stato scartato da Inter, Milan, Brescia e Feralpisalò, il tutto per il fisico, come lui stesso ricorda: "Io ho sempre fatto fatica a giocare, fin da bambino. Ogni volta c’era gente fisicamente più pronta di me, piccolo e gracile". Fino a che non lo nota l'Atalanta, che sa riconoscere il talento e lo porta a Bergamo. Lì gioca in Primavera con altri ragazzi di livello come Bastoni e Kulusevski. Poi va a Trapani in prestito, curiosamente l'anno prima dell'arrivo di Vincenzo Italiano. In Sicilia gioca sulla sinistra, lontanissimo dalla porta ma trova spazio e disputa tutta la stagione. Poi il Monza che lo prende in prestito con obbligo sull'onda del Berlusconi pensiero, giocatori italiani e talentuosi. Li fa intravedere le sua caratteristiche in B, con 5 gol il secondo anno. La svolta arriva proprio con Palladino.


L'incrocio perfetto

—  

Il tecnico lo piazza trequarti di destra nel suo 3-4-2-1, con libertà di inventare. Colpani non ha la rapidità o il passo brevilineo dei trequartisti di oggi, ma col sinistro inventa giocate di tecnica. In due anni segna 13 gol, a fronte di 9xg attesi (in sintesi quando calcia spesso fa male), e serve 7 assist. La centralità nel gioco di Palladino ne esalta la qualità negli spazi, a discapito di una rapidità non certo da elitè, un calcio per certi versi old school. Lui stesso ha parlato così dell'impatto di Palladino sul suo gioco: "Io non volevo fare il mediano. Pensavo: voglio giocare vicino alla porta, ho tiro, mi piace dare l’assist al compagno. Palladino, con la sua visione di calcio, mi ha messo nelle condizioni ideali per esprimermi, schierandomi dietro la punta centrale. Con lui ho svoltato". Adesso la coppia è arrivata a ricongiungersi e anche Firenze spera nella svolta, nel segno del duo proveniente da Monza.

tutte le notizie di