Sembra davvero incredibile che fra la bastonata di Torino ed il 6-0 rifilato al Genoa siano passati soltanto sette giorni. Una settimana in cui la Fiorentina ha ribaltato una prestazione letteralmente incommentabile sublimandola con una gara al limite della perfezione. Senza dimenticare il fondamentale passaggio della Coppa Italia in cui i Viola hanno espugnato il Maradona. Oggi, giustamente, gli elogi per Italiano e i suoi ragazzi si sprecano. Ma farsi accecare dall’esaltazione sarebbe un errore imperdonabile.
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Dall’inferno al paradiso in 7 giorni. Ma serve la stessa chiave di lettura
Dal dramma sportivo all'apoteosi calcistica nel giro di pochi giorni. Ma la Fiorentina dovrà mantenersi equilibrata nelle valutazioni
Per i latini, la mediocritas non aveva l’accezione negativa che siamo soliti darle noi. Anzi, Orazio la definiva addirittura aurea. Questo perché era intesa come una virtù che permette di tenere i piedi per terra quando le cose vanno bene e che infonde coraggio quando, invece, vanno male. Una sorta di equilibrio spirituale che permette di affrontare gli episodi della vita con la medesima razionalità. Ed è questa la chiave di lettura con cui dobbiamo valutare le partite della Fiorentina contro Torino e Genoa.
Dopo il match coi granata è stato fondamentale evitare processi sommari alla squadra e, senza piangersi addosso, imboccare di nuovo la strada tracciata durante la stagione. L’ottima prestazione di Napoli ha fatto sì che la debacle coi piemontesi potesse essere derubricata a semplice “serataccia”. Allo stesso modo, la partita coi rossoblù non deve dar vita a troppi facili entusiasmi. Il Genoa, con rispetto, è apparso come una squadra totalmente allo sbando. Ecco perché, più che sulla serata di ieri, servirà concentrarsi su quelli che sono i prossimi impegni. Prima il Cagliari, una squadra apparsa in crescita, poi la Lazio, avversaria diretta in classifica per i Viola. Lì, sì, potremo dare una valutazione complessiva per riuscire ad inquadrare il sonoro 6-0 di ieri sera. Ma sempre con lo stesso equilibrio e quell’aurea medicritas tanto cara ai latini.
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