Un errore sul quale, a gennaio, non è stato posto rimedio. Anzi. Lasciato partire Mina, si è scelto di non sostituirlo facendo passare il messaggio che fosse stato il mister a chiedere di restare così, lasciando a Comuzzo il ruolo di quarto centrale. Non è esattamente così. Diciamo che Italiano aveva messo in cima alla sua lista l’arrivo di un attaccante esterno e di un terzino destro che in attesa di Dodò potesse dare il cambio a Kayode, mettendo in secondo piano altre esigenze. Nello specifico: un centrale, appunto, ed un centrocampista più strutturato fisicamente. Com’è andata, si sa. Sono arrivati Faraoni (nome gradito al tecnico), un centravanti (idea buona, Belotti, non abbiamo cambiato idea) e stop. Niente difensore, niente mediano, e niente esterno offensivo.
E così, dopo l’imbarazzante mese di gennaio affrontato con Brekalo e Ikonè, arrivati alla semifinale di ritorno di Conference la Fiorentina si ritrova con soli tre attaccanti esterni (ha perso Sottil, proprio nel suo momento migliore) e con soli tre centrali difensivi di cui due, Ranieri e Milenkovic, in piena crisi di rendimento. Sfortuna? Forse. E’ anche vero però, e non ci voleva molto per immaginare che sarebbe potuto succedere, che i viola si sono messi nella miglior condizione possibile per correre questo tipo di rischio.
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