Eccola l’Europa, anche se è Conference, oggi è una di quelle serate che ti portano nel calcio che conta, che aiutano a crescere e ti dicono che sei sulla strada giusta. E il progetto calcistico di Rocco Commisso sulla strada giusta c’è da almeno un anno e mezzo. L’Europa, appunto.
L'EDITORIALE
Cabral-Jovic, finalmente segnali di crescita. Sivasspor da chiudere al Franchi
Mancava da sei anni, ora rieccola qui con la possibilità di andare avanti. Il Sivasspor non è sicuramente una squadra imbattibile, ma a certi livelli il valore dell’avversario non va mai preso in considerazione, ogni partita nasconde insidie, tutte le squadre hanno una mentalità e una aggressività diverse dal campionato italiano e le difficoltà possono uscire quando non te le aspetti.
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Dico questo perché l’euforia del post Milan va subito cancellata, mi aspetto una Fiorentina al massimo delle potenzialità, consapevole della sua forza e della sua personalità, ma anche attenta e concentrata come sabato sera.
I calcoli, caso mai, si faranno a risultato acquisito e sono convinto che la pratica vada risolta già stasera perché andare in Turchia è sempre un’insidia ambientale, tanto più che il Sivasspor gioca a 1200 metri di altitudine con l’ossigeno rarefatto e una temperatura da grande inverno italiano.
Non ci sarà il pienone al Franchi e capisco, il giovedì sera, contro una squadra dallo scarso appeal e la diretta Tv in chiaro, ma questo un po’ dispiace. Il Popolo Viola è sempre fondamentale e in certe occasioni la spinta dei tifosi diventa adrenalina pura. Comunque alla fine saranno circa ventimila e certi numeri le altre società se li sognano, soltanto a Firenze dopo quarantamila del sabato puoi arrivare a tante presenze solo pochi giorni dopo.
Chi giocherà?
—Ho da tempo dimostrato, numeri e nomi alla mano, che la diceria di un allenatore eccessivo, che cambia sempre formazione, era soltanto frutto della superficialità dei Soliti Noti che parlano di calcio come di noccioline e di qualche tifoso (pochi) che ascolta certi anchorman dell’Osmannoro.
Da mesi, soprattutto da quando è tornato Nico, la Fiorentina ha uno zoccolo duro di otto giocatori, poi due-tre cambi sono il fisiologico turn over. Da qualche settimana anche meno di tre. Penso che l’energia della gara di sabato con il Milan debba essere replicata e trasportata a stasera, anche negli interpreti. Potrebbero anche giocare gli stessi a meno che non ci sia qualche affaticato e non recuperi Milenkovic che è un giocatore importante per fisicità ed esperienza anche se è ancora giovane. I cambi, pensando al campionato, si potranno fare a gara in corso, soprattutto se le cose dovessero mettersi bene come ci si augura. E cinque cambi sono il vero turn over.
Ma in attacco giocherà ancora Cabral o Jovic che sabato ha segnato appena entrato? Domanda legittima, aspettando la conferma di Italiano la mia risposta è una sola: gioca Cabral.
Devo fare i complimenti al brasiliano perché è riuscito in poco più di un anno a superare tutti i suoi limiti. Il ragazzo con umiltà e grande voglia, s’è messo a disposizione dell’allenatore che l’ha fatto crescere atleticamente (ricordate com’era?), tecnicamente (sabato ha fatto un paio di stop da applausi), ma soprattutto tatticamente visto che da solista del gol Cabral ora è un attaccante che gioca anche e soprattutto per la squadra.
Contro il Milan, per la prima volta, Cabral ha dimostrato di poter stare nel nostro campionato ad alto livello. Una prestazione del genere non può venire per caso, è ovvio che serviranno conferme su conferme, ma quando arrivi a giocare partite del genere vuol dire che hai messo basi solide. Lo sperano tutti, ovviamente. Anche per questo, per farlo crescere ancora, per dargli certezze, per premiare il percorso fatto, Cabral dovrebbe giocare anche stasera.
Cosa l’abbia fatto crescere l’ho scritto. Credo che sia stato soprattutto bravo a capire che il suo livello che era bastato a farlo diventare protagonista nel campionato svizzero, non sarebbe stato sufficiente nel campionato italiano dove in genere si gioca un calcio di qualità superiore. Ha deluso in tante partite, per tanti mesi, non sembrava davvero adatto, non nascondo che a gennaio avrei preso un altro attaccante, ma il suo lavoro costante, la volontà, l’umiltà e la voglia di provarci fino in fondo, di non mollare, dopo un anno ci hanno restituito un giocatore che ora si candida davvero a fare il titolare nella Fiorentina di oggi e di domani. Dipende tutto da lui.
Se è quello di sabato può perfino diventare un affare economico, una prestazione del genere è da giocatore di livello superiore.
Ripeto, con tutte le cautele del caso. Aspettiamo repliche e conferme, soprattutto la stabilità di rendimento al di là dei gol.
Ma nel frattempo sembra cresciuto anche Jovic. Il gol di sabato scorso (non facile) lo fai solo se stai bene, se sei dentro il gioco, se sai muoverti con velocità di pensiero e di gambe in armonia con la squadra. Anche gli occhi spenti e l’atteggiamento assente di qualche tempo fa hanno lasciato il posto a sorrisi ed energia.
E’ riuscito a vincere la battaglia con sé stesso per tornare a essere un giocatore di livello? I segnali ci sono, anche per Jovic servono conferme e repliche, ma sembra davvero cambiato il vento.
Per entrambi c’è voluto tempo, anche troppo dirà qualcuno. Ci sono state tante partite giocate dalla Fiorentina senza un terminale offensivo, è stato il problema per mesi, ma la decisione della società di aspettare comunque questi due giocatori oggi sembra vincente.
Lo ripeto, dopo mesi di tante occasioni e di pochi gol, di frustrazioni, a gennaio un attaccante lo avrei preso e non lo nego. Forse ci ha pensato anche la società, probabilmente non c’erano soluzioni accettabili, comunque Rocco Commisso pubblicamente ha sempre sostenuto i suoi giocatori, li ha accarezzati e spronati, un atteggiamento che poteva essere perdente e che invece alla fine forse ha pagato.
E’ vero che nel calcio ci vuole pazienza, che certi giocatori vanno aspettati, ma il recupero di Cabral e Jovic sembrava davvero una scommessa troppo grande. Ricordate quando dicevamo “di due non se ne fa uno?”. Un modo per sintetizzare le difficoltà. Ma, e non è una banalità, il calcio offre sempre delle varianti e delle imprevedibilità.
Ripeto ancora, così ci capiamo: ora servono conferme. Non suono la grancassa, scrivo semplicemente a commento delle prestazioni di sabato e sinceramente ho visto tanta roba da Cabral e cose sulle quali penso oggi si possa contare.
Fu vera gloria? Si chiedeva Alessandro Manzoni.
Ricordo un direttore che ho conosciuto, non proveniente da Cambridge, chiosare con “ai poster l’ardua sentenza”… E non scherzo…
Insomma e comunque, non resta che aspettare.
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