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Mi aspettavo di più. Per Cabral un nuovo inizio. Bianco una nuova risorsa

Enzo Bucchioni
Il consueto commento del giovedì di Enzo Bucchioni in esclusiva per Violanews. In evidenza il problema dei pochi gol e l'esordio di Bianco

Enzo Bucchioni

Non lo nascondo: mi aspettavo di più. E’ soprattutto il risultato che non mi piace perché la Fiorentina in casa con il Monza doveva vincere e invece non c’è riuscita. Perché?

Molto semplice: la poca concretezza, la scarsa lucidità sotto porta. Un difetto che questa squadra non riesce a superare. E’ sempre questo il grande limite di una Fiorentina brillante e vivace, che anche ieri sera ha costruito numerose occasioni, ha tirato più di venti volte verso la porta del Monza ma ha segnato soltanto un gol. Poco, una miseria. E così finisce che una partita dominata per tutto il primo tempo e non chiusa, diventi d’improvviso complicata quando calano le forze e c’è meno lucidità, quando la squadra avversaria con qualche cambio ritrova energia e pareggia. Finisce che meriteresti di vincere, ma non vinci. E fa rabbia.

Ce lo siamo raccontato per tutto il mondiale, quando il campionato era fermo, analizzando i numeri della prima parte del campionato. La Fiorentina è la terza del campionato per occasioni create, la prima per calci d’angolo, fa una mole di gioco enorme, ma ha segnato soltanto diciotto gol. La storia è sempre la stessa, i gol con quello di ieri sono diventati diciannove, ma la Fiorentina non riesce a essere concreta. E’ una squadra che spreca, si diceva una volta. Già, e questa spreca molto. Non sa cosa sia il cinismo. Troppi giocatori offensivi non hanno la lucidità necessaria. Ikonè è una bella farfalla che non si posa mai sul fiore giusto. Tira spesso scoordinato e sbaglia l’ultimo passaggio. Saponara segna solo grandissimi gol, quelli più banali non gli appartengono. Ma anche Barak dentro l’area è come se la palla gli bruciasse fra i piedi, perde lucidità. E anche Duncan, un centrocampista che ama andare al tiro, sbaglia sempre troppo.

Forse è l’alta velocità con la quale la Fiorentina si muove e fa girare la palla a complicare le cose. Sicuramente l’istinto del gol è uno sconosciuto per troppi viola. Sprecando, anche dalla gara di ieri mancano due punti e, sinceramente, dopo tante belle amichevoli e tanti gol, era logico aspettarsi qualcosa di più. Ma, detto questo, ripartiamo da quello che di buono s’è visto sperando che prima o poi guarisca anche la sindrome del gol sprecato.

Non posso non cominciare dalla straordinaria rete di Cabral. Riganò in cronaca diretta su Radiobruno lo ha paragonato a uno dei tanti gol di Batistuta, la stessa prepotenza atletica nella progressione, lo stesso tiro che rischia di sfondare la rete. Un gol da attaccante vero. E’ un nuovo inizio? Un anno dopo questo ragazzo s’è finalmente sbloccato? Lo speriamo. Certo è che in quel tiro c’era tutta la rabbia, la delusione e la voglia di rivincita di dodici mesi difficili per lui e pieni di dubbi per tutti. Ma Cabral, oltre al gol, ha giocato pure una buona partita, muovendosi molto, lavorando per la squadra. Di gol ne ha sbagliati altri, ha fatto errori nelle scelte finali, nell’ultimo passaggio, ma se questo gol l’ha sbloccato, se riesce a ripartire dopo questa prestazione, il pareggio con il Monza potrebbe diventare meno indigesto.

Ovviamente lo sapremo presto, già da sabato contro il Sassuolo, ma le vite e le storie degli attaccanti sono piene di gol chiamati rinascita, di gol che chiudono il buio e aprono alla luce. I segnali vanno colti e noi li cogliamo al volo e crediamo lo colga anche Italiano che si era ripromesso di dare fiducia a questo giocatore per 3-4 partite, in questo inizio anno, per provarne l’ultimo rilancio o eventualmente chiedere alla società di tornare sul mercato. Buona la prima, ora servono conferme.

A livello di gioco la Fiorentina è sembrata viva, brillante, motivata. Buona fluidità, buone linee di passaggio, gestione del gioco e delle situazioni. Da qui si deve ripartire. Italiano ha fatto la formazione lasciando in panchina tutti i reduci dal Mondiale, Amrabat compreso anche se avrebbe giocato volentieri. Senza Mandragora infortunato ha lanciato per la prima volta dall’inizio il giovane Bianco in coppia con Duncan. Scelta da applaudire. Con i ragazzi ci vuole coraggio e per puntare su un regista di vent’anni il coraggio è doppio. Bianco non ha deluso, anzi. Ha fatto un grande primo tempo, sicuramente non ha gestito le forze, non s’è risparmiato e forse andava sostituito prima, ma è una risorsa per l’oggi e un pezzo di Fiorentina del futuro. Dopo Cabral, Bianco è un’altra delle cose buone che aiutano a sopportare un pareggio insopportabile.

Ripartiamo da questo, sperando in un rapido ritorno a disposizione e in forma di Amrabat e Milenkovic, e di Nico Gonzalez il più presto possibile. Anche Nico, dirà qualcuno, non segna molto ed è vero, ma al contrario di altri fa spesso la scelta giusta nell’ultimo passaggio e con una rapidità di pensiero che riesce a fare la differenza.

Concludendo, da questo pareggio amaro possono arrivare comunque nuove energie. Ci sono ventidue gare di campionato, una coppa Italia e una Conference tutte da giocare e la Fiorentina c’è.

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