A Firenze non è la prima volta che due attaccanti con la b sono protagonisti. Ma il ruolo di beltran è aticpico, e im evoluzione. Come lo utilizzerà Italiano?
Un nuovo numero 9 a Firenze, per giunta argentino. Sembrava essere la ricetta perfetta per dare a Italiano quel giocatore che tanto era mancato dopo la cessione di Vlahovic. La realtà però non sembra coincide con l'immaginazione. L'ex River fatica nelle prime giornate, non segna, e fisicamente soffre il confronto fisico con i rocciuti difensori italiani. Le domande sorgono spontanee. Ma è un numero 9? Ma sarà stato l'investimento giusto? E nel frattempo le prestazioni di Nzola non aiutano l'inserimento di Beltran. E allora Italiano, come spesso gli è accaduto, si trova a dover reinventare la posizione del giocatore. Cosa che nel reparto offensivo ha spesso fatto a Firenze, vedasi i casi di Kouamè, Saponara, e in piccola parte anche di Nico
Nuovo 10, o futura B2
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La soluzione di Beltran dietro a Nzola era stata proposta per la prima volta contro il Verona. Anche se per la verità i risultati non erano stati incoraggianti. I due non giocano da coppia, come per esempio Lautaro e Thuram. Non ci sono movimenti codificati, ma semplicemente l'argentino agisce da falso 10. Una posizione delicata, e che però richiede tempo. Le differenze con Bonaventura sono evidenti. Ma l'arrivo di Belotti potrebbe aver dato nuova linfa a questa soluzione. I noti problemi contrattuali di Jack, e la maggiore funzionalità del gallo sembrano poter giovare a Beltran. Già a Lecce nel secondo tempo sembrava più a suo agio. Contro il Frosinone si è mosso tanto. Belotti spesso è riuscito ad attirare i difensori fuori dall'area. L'aggressione di questi spazi potrebbe essere una soluzione per Beltran, un assaltatore da dietro che in area sa farsi valere, e che spesso è un vero opportunista, i suoi gol spesso di rapina, lo dimostrano. Una B2 diversa rispetto a quella storica, formata dall'indimenticato duo Baggio-Borgonovo, con meno talento ma che potrebbe dare i suoi frutti. Oltre all'assonanza con i due campioni in comune non c'è molto altro. Più che una vera coppia, potrebbero essere paragonati a due cavalieri che attaccano le difese avversarie.