Quel che è certo è che la prossima per Beltran sarà una stagione determinante. Dopo dodici mesi di più che giustificabile difficoltà di adattamento infatti non lo si può più aspettare e il fatto che nel calcio di Palladino (almeno in teoria) non ci sia una collocazione ideale certo non induce a grande ottimismo. “E' importantissimo capire cosa pensa il mister”, ha detto in queste ore un maestro del giornalismo come Alberto Polverosi. Ha ragione, perché se per il tecnico l'argentino fosse un centravanti allora non si spiegherebbe (a meno che non si voglia relegare Lucas al ruolo di vice) la voglia di concentrare tutti questi sforzi nella ricerca di un 9. Se invece lo considera un trequartista, o se pensa di ripartire dal 3-4-2-1, si aprirebbe un primo (fisiologico eh, intendiamoci) motivo di discussione tra allenatore e dirigenza.
L'importante ovviamente è che ci siano idee chiare perché c'è solo una cosa che la Fiorentina non può permettersi: passare un'altra stagione in preda a dubbi ed equivoci facendo si, in quel modo, che il valore di questo ragazzo cali ancora. Per intendersi: se non si sa bene che farsene, e se non si è convinti al 100% del suo valore, meglio cederlo. Una provocazione? In parte si, ma non così tanto. Diciamo che è un invito ad affrontare la questione ma siamo certi, e magari ci verrà spiegato durante la presentazione di Palladino, che all'interno del Viola Park è già tutto chiarissimo.
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