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L'intervista

Beldì a VN: “Se vendono Vlahovic mi incateno al Franchi. E non sarei l’unico”

GERMOGLI PH: 8 MAGGIO 2021 FIRENZE STADIO ARTEMIO FRANCHI SERIE A FIORENTINA VS LAZIO NELLA FOTO ESULTANZA GOL VLAHOVIC

Il regista-tifoso: "Un mistero che una rosa così non abbia un gioco. Ora alla società chiedo un allenatore che faccia giocare"

Redazione VN

A salvezza della Fiorentina acquisita, Violanews.com ha intervistato il noto regista e tifoso viola Paolo Beldì interrogandolo sulle prospettive future della sua squadra del cuore. Queste le sue parole:

Come prossimo allenatore, da grande amico di Malesani, ci vorrebbe uno come lui, con le sue caratteristiche?

“Ci vuole un allenatore che faccia giocare. Al di là del fatto che siamo amici, a suo tempo Malesani portò il gioco: lo aveva già dimostrato con il Chievo e lo confermò a Firenze dove, è vero che aveva Batistuta e Rui Costa, ma fu bravissimo a convincere Bati a tornare anche indietro. Tornando agli ultimi due anni, per me rimane un mistero come, con una rosa così quotata, non sia venuto fuori il gioco nonostante il cambio di ben tre allenatori”.

Rimangono due giornate. Domenica prossima il Napoli in casa e, a chiudere la stagione, la trasferta a Crotone. Che partite si aspetta?

“Ii piacerebbe vedere in campo quel ragazzino, Montiel. Il resto ormai non mi interessa più, mi sono sgravato dal rischio della serie B. Non mi aspetto più niente. Penso già al prossimo campionato, al gioco e di conseguenza a una posizione in classifica indubbiamente migliore. Quest’anno mi ha dato tristezza aspettare il risultato negativo di un’altra squadra per avere la certezza matematica della salvezza”.

La prossima stagione. Che cosa chiede alla società?

“Come ho già detto, un nuovo allenatore che faccia giocare la squadra. E poi, sì, un paio di campioni non farebbero male”.

Vlahovic! Rimarrà a Firenze?

“Mi faccio incatenare davanti allo stadio se lo vendono e non sarei l’unico”.

Crede ancora nelle bandiere?

“Mi sforzo, anche se è sempre più difficile... Il mio idolo è Kurt Hamrin, posso dire di averlo abbracciato. È curioso. Nella vita sono rimasto piccolo come lui, un metro e sessantanove. Dalle mie parti, mentre tutti gli altri bambini, quando giocavano a pallone, imitavano Sivori al contrario io facevo lui, mi ci sono identificato. È stata una grande emozione per me conoscerlo a Quelli che il calcio ma, prima ancora, una volta lo avevo incrociato in tribuna centrale e, seppure timido, avevo trovato il coraggio di abbracciarlo”.

Dopo Un Beldì vedremo e Due Beldì vedremo... tutto viola, a quando il terzo libro dedicato alla Fiorentina?

“Dai, intanto, ho pronto il titolo: Tre Beldì vedremo!”

 Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images
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