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Attaccare come Dia comanda: perché la Fiorentina vuole tanto il senegalese

La Fiorentina fa sul serio per Dia: vediamo quali sono le caratteristiche e i numeri che hanno convinto Italiano a puntare su un attaccante così versatile

Vi abbiamo riportato in mattinata la notizia di Radio Bruno secondo la quale Boulaye Dia e la Fiorentina avrebbero raggiunto l'accordo sui termini personali dell'affare; manca quello con la Salernitana, cui comunque la società viola si sta avvicinando. Da qui la perplessità di molti tifosi, che hanno visto le partite del Cavalluccio quest'anno e constatato come Dia non sia esattamente un centravanti, per intenderci, alla Vlahovic. Ma se è vero che Italiano lo ha richiesto espressamente, allora il tecnico siciliano deve avere in mente una sistemazione adatta per la formazione attorno a un acquisto da 25 milioni di euro circa, che sarebbe il secondo più costoso della storia viola dopo quello di Gonzalez nel 2021.

Dove e come gioca Dia

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Dia è senegalese, ma somiglia più a un coltellino svizzero: è impiegabile un po' su tutto il fronte dell'attacco, sia sull'esterno (un po' forzando, magari nelle situazioni di forcing), sia da prima punta, ruolo che ha interpretato stabilmente sia nella seconda parte di campionato nel 3-4-2-1 di Sousa (qui può fare benissimo anche uno dei due sottopunta), sia con il Senegal, che gioca in due modi: con il 4-3-3 che è il modulo di partenza di Italiano, e con il 4-4-2 che altro non è che un 4-2-3-1 con il trequartista che si fa punta e gli esterni alti meno aggressivi. Nella prima metà di stagione, invece, Dia era la mezzapunta dietro a Piatek in un 3-5-2, e l'intesa tra i due, come si è visto anche nello scontro diretto a Firenze, è stata eccellente. Quindi con Dia Italiano può esplorare diverse soluzioni, dando continuità agli esperimenti riusciti nella scorsa annata con il passaggio dal 4-3-3 al 4-2-3-1. Per farlo, gli allenatori hanno bisogno di giocatori-chiave: Mandragora ha permesso di passare dal centrocampo a tre al centrocampo a due, Dia potrebbe essere il passepartout per esplorare nuove soluzioni in attacco. Insomma, riuscire dove non è riuscito Jovic, anche lui attaccante molto mobile che ha dato il meglio in coppia con un interprete più statico.

Bomber, punto

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Va bene, Dia non è un centravanti vecchio stile, su questo dovrebbe esserci convergenza di tutte le opinioni. Ma abbiamo detto che sia nel club, sia nella Nazionale il ruolo di attaccante principale è suo, e i numeri non mentono: 16 reti e 6 assist in Serie A, una ai Mondiali terminati con l'eliminazione agli ottavi di finale ad opera dell'Inghilterra, altre due a marzo con il Senegal nella doppia sfida di qualificazione alla prossima Coppa d'Africa contro il Mozambico. Fanno 19 gol e 6 assist in stagione su palcoscenici di primissimo livello, la maggior parte sullo stesso calcato dalla Fiorentina, che da Boulaye ha incassato ben 4 gol in due partite. Non sarà esattamente un centravanti, ma è un bomber a tutti gli effetti. Gli scetticismi, stando così le cose, sembrano del tutto immotivati.

Unico dubbio

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L'unico dubbio, ma a questo non c'è purtroppo soluzione, è legato alla Coppa d'Africa 2024: si doveva giocare a giugno 2023, invece a causa dei Mondiali invernali in Qatar è tutto slittato di sei mesi, e il Senegal è qualificato e campione in carica: Dia volerà in Costa d'Avorio e ci rimarrà dal 24 gennaio dell'anno prossimo fino a che la sua Nazionale non verrà eliminata o si riconfermerà la più forte del suo continente. Nella più rosea (per i senegalesi) delle ipotesi, poco prima della metà di febbraio. Salterà una manciata di partite, tra assenza e rientro in Italia. Qualcosa che, per un prezzo inferiore a quello che vorrebbe farne la Salernitana, si può anche sopportare. Ma bisogna agire prima del 20 luglio. A Dia piacendo...