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Allegri dixit: Fagioli conosce il calcio. La promessa europea non è più utopia

grafica fagioli allegri
Fagioli sta cambiando la Fiorentina, il suo calcio è la soluzione ai mali viola. Allegri l'aveva detto, e adesso va seguito
Niccolò Meoni
Niccolò Meoni Redattore 

"Noi abbiamo un ragazzo del 2001 che si chiama Fagioli. Veder giocare a calcio quel ragazzo è un piacere, perché conosce il calcio, i tempi di gioco, come ci si smarca, quando si passa la palla e come la si passa. Veramente, è un piacere vederlo giocare". Siamo nel settembre del 2018, e Massimiliano Allegri pronuncia queste parole per uno sconosciuto ragazzo delle giovanili della sua Juventus, tale Nicolò Fagioli. Da lì in poi i media lo seguono con ansia, aspettandone l'esplosione. A più di 6 anni da quella conferenza stampa tutti ieri al Franchi hanno capito cosa voleva dire il tecnico livornese. A Fagioli il calcio esce dai piedi, come per i talenti più puri. I due assist per Mandragora e Gudmundsson sono solo la classica ciliegina sulla torta. Ma è la sua tecnica, la sua visione, i suoi tempi di gioco e l'eleganza che cattura l'attenzione di tutti. Ed in questa Fiorentina, così bisognosa di un leader tecnico nelle ultime settimane, la sua presenza è come quella di una luce alla fine del tunnel.

Come Fagioli può cambiare la viola

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Lo stesso Allegri, come dichiarato da Fagioli stesso, ha insistito sul suo gioco verticale, su quelle tracce che fanno felici gli attaccanti come Gudmundsson. Non è un caso che il rendimento dell'islandese sia salito proprio con la titolarità fissa di Fagioli. Certo, l'ex Genoa adesso sta bene fisicamente, ma la capacità di associarsi dei due, unita al lavoro di smistamento di Cataldi (finalmente impiegato da play basso), da alla Fiorentina una creatività mai avuta prima. Il lavoro con la palla di Fagioli e Cataldi consente a Mandragora di essere più libero di inserirsi, come già visto con il Pana. Rolly adesso occupa degli spazi più avanzati, dove può assaltare l'area avversaria, come confermato dai due gol di fila. Il limite di Fagioli può essere difensivo, ma per adesso l'ex Juventus sembra essere molto apllicato ed ordinato, anche in un sistema a uomo come quello usato ieri da Palladino. Sarà interessante capire l'utilizzo di Adli, se potrà giocare con Fagioli. In ogni caso Palladino ha trovato la chiave per la sua viola.


I have a dream

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"L’obiettivo della squadra per puntare in grande deve essere la Champions League. Sappiamo tutti che è difficile perché ci sono tante squadre che lotteranno per questo obiettivo, però comunque bisogna puntare in alto. Poi sappiamo che è difficile e anche arrivare in Europa League sarebbe un bellissimo traguardo". Così proprio Fagioli parlava pochi mesi fa, su un possibile arrivo in Europa della Fiorentina. La squadra vista ieri, e nel primo tempo con il Pana, ha tutte le carte in regola per giocarsela, anche grazie a lui. Non sarà semplice, ma il tempo c'è e la classifica è corta. Poi c'è la Conference dove la Fiorentina ha un quarto di finale alla propria portata.

Gli avversari come stanno?

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Molto più complesso sarà l'ipotetica semifinale con il Betis. Gli andalusi sono un'altra squadra nel girone di ritorno. Antony a gennaio ha cambiato i biancoverdi, e l'ingegnere Pellegrini (il tecnico) ha trovato la formula giusta. Per gli andalusi sono 5 vittorie di fila in Liga, e con il brasiliano in campo hanno una media punti di 2.2 in Spagna. Poi c'è il Chelsea, il vero incubo da inizio Conference. Gli uomini di Maresca stanno sostanzialmente passeggiando in Conference. In Premier invece la lotta per la zona Champions è vivissima, con la pesante sconfitta contro l'Arsenal. Palmer vive un periodo di appannamento, anche per l'assenza di Jackson, infortunatosi. La mancanza di leader è un problema chiaro per Maresca, che però ha la fiducia della proprietà, e crede nei suoi principi. I blues hanno la strada spianata per la Polonia, anche se devono trovare la quadra in difesa. Ieri per esempio è stata provata una difesa a 3 pura, e non solo in impostazione. Ma la Fiorentina deve sognare, se non ora quando? Finalmente la squadra sembra aver trovato un'identià anche con il pallone tra i piedi, e i propri top player stanno bene fisicamente. Il finale è tutto da scrivere, e la viola si è riguadagnata la possibilità di gestire il proprio destino