Quanto è stato difficile lasciare un'ambiente come la Fiorentina?
"Lui è arrivato da ragazzo, ha fatto tutte le trafile, è un ragazzo umile, con grandi valori. Alla base dei suoi successi ci sono e ci saranno sempre i suoi genitori, il padre Antony e la madre Victoria. Michael è andato via con un po' di magone, qui ci ha lasciato il cuore, per l'ambiente, i tifosi ed i compagni di squadra. Nel calcio di alti livelli però possono succedere cose come un trasferimento, lui l'ha affrontata da persona matura qual'è. Siamo partiti insieme per l'Inghilterra, riparlando dei momenti avuti qui, anche quelli dove non giocava. Ma devo dire solo chapeau a Dodò, che è in grandissima forma. Giustamente lui era meno sotto la luce dei riflettori, ed è capitata questa bellissima occasione professionale, per la sua crescita calcistica. Ci eravamo prefissati già questo step, ma questo non sarà l'ultimo. Ci saranno passi in avanti. Naturalmente Mike quando è andato via aveva un po' di magone"
Quanto ha pesato la volontà della società di non perdere un valore economico importante, e quella del ragazzo di mettersi in mostra?
"La Fiorentina ha gestito benissimo Kayode. Però poi ci siamo trovati davanti a questa occasione, ad una bella offerta ed una crescita professionale, e alla volontà del giocatore di giocare. Quindi è stata una decisione presa per il meglio di Mike, la Premier è un'altra cultura calcistica, di vita"
L'opportunità di lasciare la Fiorentina in estate era stata concreta, ed è stato giusto rimanere?
"Non ci siamo mai pentiti, questo anche grazie al comportamento tenuto dalla Fiorentina nei confronti del ragazzo. Ci sono stati degli approcci in estate, ma c'è sempre stata la volontà di tenerlo a Firenze, sia nostra che di Commisso e Pradè. Noi abbiamo rispettato questa volontà, come è giusto che fosse. Pentimento mai, la cessione è arrivata quando doveva arrivare."
Il rapporto con Palladino com'è stato in questi mesi?
"Mike ha avuto un bellissimo rapporto con lui, ed il mister idem. Non puoi condividere una scelta, ma devi sempre accettarla. Mike lo ha fatto, in silenzio, con educazione. Quando è stato chiamato ha cercato di fare sempre il possibile. Ma quando un giocatore non viene utilizzato spesso può capitare che si arrugginisca, dal punto di vista fisico, mentale e tecnico. Quando è arrivato qua non ha giocato per un mese e mezzo in Primavera, con Aquilani. Poi lui lo stesso allenatore che lo ha lanciato, così come Angeloni ha creduto in lui."
Per caso ha parlato con Norgaard?
"Si ci ha parlato in questi giorni, essendo lui un ex viola"
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