Ricordate quella dichiarazione di Commisso? Il tempo oggi sta quasi per scadere. Il pezzo è datato 15 febbraio, ma otto giorni dopo è sempre attuale
Ve lo ricordate cosa disse Rocco Commisso il 28 novembre del 2019? Era il primo pomeriggio, e in Comune a Bagno a Ripoli veniva svelato al mondo il progetto del Viola Park. Rispondendo alle domande dei giornalisti ("Non ce la faccio, troppi ricordi"), il presidente viola disse qualcosa come: serve pazienza, guardate l'Atalanta che ci ha messo sette anni. E tutti, visto che l'Atalanta in quel momento stava superando la fase a gironi di una Champions che per i nerazzurri sarebbe finita a pochi passi dalle semifinali, contro il PSG ai quarti, fummo soddisfatti. Oggi, dopo la lettera indirizzata ai tifosi dal numero uno viola, leggendo il punto 7, dubitiamo che questo pezzo, datato 15 febbraio, sia stato preso in considerazione. Ve lo riproponiamo, visto che è più attuale che mai.
Qualificati
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Ora, di questi sette anni menzionati parlando della Dea (acquisizione dell'Atalanta da parte dei Percassi nel 2010, approdo in Europa nel 2017) Commisso ne ha visti passare quasi cinque da presidente gigliato. L'Europa è stata raggiunta in tre; certo, un'Europa che fino al 2021 non esisteva, che si ottiene con un piazzamento che fino al 2021 non valeva nulla, e che se l'anno scorso la Juventus non fosse stata penalizzata non sarebbe stata riconfermata dalla Fiorentina. Ma pur sempre un'Europa. Al quinto anno, quell'Europa è ancora una volta a rischio dopo la sconfitta di Bologna, molto più profonda di quanto non tradisca il 2-0 finale. Nessuna penalizzazione all'orizzonte per quelle che stanno sopra. Si può recuperare in campionato, si può vincere la Coppa Italia, si può cercare di vincere la Conference League sfuggita il 7 giugno scorso, quando Igor non è "scappato prima". Nulla è perduto, nulla è detto.
Eppure gli altri...
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Però il Bologna in Europa League (se non addirittura in Champions) ci va, se continua così. Direbbe l'immaginario Rocco Commisso versione 28 novembre 2019, quello che ci ricordiamo bene e ci figuriamo davanti: "Vedete, Saputo ha preso il Bologna nel 2014, ci ha messo 10 anni". Vero, ma sia l'Atalanta sia il Bologna il loro fuoriclasse ce l'avevano (gli orobici) e ce l'hanno (i felsinei) in dirigenza. Giovanni Sartori è alla guida del settore tecnico del Bologna dal 2022 e ha preso le redini di quello dell'Atalanta nel 2014. Quindi per l'Europa che comincia a conticchiare, quella che ora vediamo come mediana, l'Europa League, ci ha messo tre anni a Bergamo e probabilmente riuscirà a mettercene due in Emilia.
Vi rimandiamo alla lettura, se non l'avete già fatto, del pezzo dell'amico Leonardo Vonci, che riporta a quando Sartori era stato indicato alla (ma ignorato dalla) Fiorentina, proprio due anni fa. E allora portiamo ancora pazienza, mancano due anni abbondanti al raggiungimento dei fatidici sette. Sartori è un drago, ma non esiste solo lui. Il mercato che fa Sartori, che scopre pepite in Nord Europa, Olanda, Belgio, Polonia e nei Balcani, lo fa anche Sogliano in condizioni estremamente precarie per il Verona, che ha salvato miracolosamente l'anno scorso; lo faceva Marino all'Udinese fino a poco tempo fa; lo fa addirittura Giuntoli alla Juventus; lo fa, e lo sappiamo bene, Corvino al Lecce. Chi è già al comando può imparare, oppure si può decidere di affidare il comando a chi già sa.