Quanto è importante Dodo?
—Non ci aspettavamo un rientro così buono. Dodo è tornato offrendo tante prestazioni di livello, come il ritorno di Bruges. E' un ragazzo esperto e averlo al 100% è una grande arma in più. In quel ruolo abbiamo anche Kayode e Faraoni, siamo messi molto bene sulla destra
Su cosa punterai parlando con i tuoi ragazzi in queste ore?
—In questi ultimi tre anni ho parlato tanto di identità. Non dobbiamo perderla, anzi a maggior ragione bisogna dimostrare quel credo calcistico che ti ha portato a giocare questa finale. Ovviamente ci vorrà tanta concretezza e attenzione dei dettagli. Dobbiamo tirare fuori tutto il furore agonistico che abbiamo.
Qual è il tuo piano per fermare El Kaabi?
—Abbiamo portato delle catene e dei lucchetti (ride ndr). Anche lui arriva con tanta autostima e fiducia perché nelle ultime partite in Europa ha segnato e convinto. E' pericolo sotto tutti i punti di vista, ma non c'è solo lui. Abbiamo preparato degli aspetti tattici che possono limitarlo
L'Olympiacos è avvantaggiato dal fattore campo?
—Non sapevo che l'Olympiacos avesse già vinto in questo campo. Però quando si scende in campo ci si dimentica di tutto. Lo stadio sarà diviso al 50% e anche se loro giocano nella città in cui vivono, questa cosa non influirà. Non hanno viaggiato come noi, ma al momento che si scende in campo tutto questo non conterà. Vincerà chi avrà più fuoco dentro, pensando solamente a noi stessi
Quali sono i suoi rimpianti in questi tre anni di Serie A con la Fiorentina?
—Il percorso in Europa qualcosa ti toglie. Soprattutto la Conference, giocando il Giovedì non ti permette di preparare la partita e recuperare. In questi anni abbiamo ruotato tanti giocatori e forse la concentrazione che abbiamo avuto in Europa ci è mancata qualche volta in Serie A. Comunque anche in Serie A il rendimento di questi tre anni è stato positivo. Quando sono arrivato a Firenze giocare in questi palcoscenici per due anni di fila non era nemmeno nell'anticamera del mio cervello. Giocare tutte queste finali e semifinali per me era impensabili. Adesso concentriamoci sul fare una grande partita domani e alzare finalmente un trofeo.
Quanto è maturata la Fiorentina e lei in questi tre anni?
—Sono diverso da quando sono arrivato. Il mio sogno era arrivare in Europa con la Fiorentina. Sicuramente il mio bagaglio è cresciuto sotto tanti punti di vista. In questi tre anni non mi sono fatto mancare niente, anche sotto il punto di vista tattico. Sicuramente i giocatori di livello che ho avuto in questi ultimi tre anni mi hanno aiutato a crescere e svilupparmi
Che pensieri rimangono nella mente di quella notte di Praga?
—Quando penso a Praga, penso che abbiamo affrontato una finale nel migliore dei modi e soltanto alcuni episodi non ci hanno permesso di gioire. Mi ricordo le facce dei ragazzi al fischio finale, facce che non vorrei vedere domani. Nessuno ha la certezza che il prossimo anno si possa giocare un'altra finale e quindi ho detto a tutti i miei calciatori di giocare come se la finale di domani fosse l'ultima partita della loro carriera
Come ha cambiato l'Olympiacos Mendilibar? Avete preparato con attenzione i rigori?
—Da quello che abbiamo visto Mendilibar ha trovato una quadra. Hanno cominciato a correre, soprattutto in Europa. E' una squadra che porta tanta pressione e ha tanti giocatori esperti e di talento. Quello che ci fa più paura è il loro entusiasmo. Ma se giochiamo con qualità possiamo metterli in difficoltà. Ci siamo fermati tanto sui rigori perché può essere una possibilità. Abbiamo tanti giocatori che hanno personalità per batterli. Da questo punto di vista ci sono tanti giocatori che possono essere freddi e concreti dal dischetto
Hai pensato ad un fioretto? Un successo potrebbe condizionare il tuo futuro?
—Non ho pensato ad un fioretto, ci penserò da oggi in poi. Il mio telefono è sempre spento e non mi interessa ascoltare niente. In questo periodo ho pensato solamente alle partite importanti. Tutto può accadere nel calcio, non esistono certezze
Considera di aver vinto la "sfida Fiorentina" in questi tre anni?
—Secondo me è stato fatto un gran lavoro, ma dal momento che siamo ancora qui bisogna aggiungere questa ciliegina in questo triennio
Quanto orgoglio vi da la possibilità di portare nove squadre in Europa il prossimo anno?
—Abbiamo anche questa responsabilità in più. Da quando guardo il calcio non ho mai visto nove italiane in Europa. La partita di domani può portare una gioia al Torino. Faremo di tutto per vincere anche per i nostri amici di Torino
Ci può raccontare l'incontro con Commisso?
—Il presidente è carico, non soffre i viaggi in aereo. E' sempre un piacere vederlo. Appena arrivato ha fatto il discorso alla squadra. Il suo entusiasmo è molto bello e trasmette la fiducia che serve per queste partite. Domani qualche goccia di sudore andrà buttata in campo anche per lui e la sua famiglia, oltre che per Joe e i suoi cari. Il presidente non si meritava un lutto del genere
Ha sognato la coppa alzata al cielo?
—Ho provato a sognare il trofeo alzato dai ragazzi, ma non ci sono mai riuscito. Spero quindi che avvenga nella realtà. Non mi immagino cosa potrà accadere nel futuro, mi godo il momento
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