Dopo gli esiti "negativi" di tutti gli ultimi test effettuati, sembra più vicino il ritorno in campo di Edoardo Bove, fermo dalla maledetta sera del 1 dicembre, quando è caduto a terra al 17' di Fiorentina-Inter. Scongiurato il rischio maggiore, il centrocampista ha optato per farsi impiantare un defibrillatore sottocutaneo e pian piano è tornato a svolgere una vita normale, pur senza poter scendere in campo con la maglia viola. Il prestito dalla Roma è così scaduto senza che potessero essere soddisfatte le condizioni per l'obbligo di riscatto (il 60% delle presenze disponibili). Bove sarà di nuovo parte della rosa giallorossa dal 1 luglio, ma cosa può succedere se arrivasse un via libera definitivo dagli ultimi test in programma?


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Fiorentina, Roma e il futuro di Bove: cosa dice il regolamento e dove può andare
Una sola strada nell'immediato
—Le norme italiane non permettono di giocare con un defibrillatore sottocutaneo come quello che monitora il cuore di Bove: allo stato attuale delle cose, dunque, il ragazzo potrebbe ricominciare immediatamente a giocare solo trasferendosi all'estero (Bournemouth ed Everton due squadre interessate), soluzione che rimane la più probabile a patto che tutto si sviluppi nella direzione della luce verde al ritorno in campo.
In linea teorica...
Poi, se Bove desiderasse aspettare (il Ministro dello Sport Abodi ha dichiarato in passato che avrebbe sondato la possibilità di modificare la norma, ma ci vorrà tempo), potrebbe farlo rimanendo alla Roma, in attesa di novità sul fronte legale. E, nulla lo impedisce almeno a livello teorico, potrebbe pure tornare alla Fiorentina con qualsiasi formula, sempre senza poter giocare fino a nuova disposizione: il che sarebbe abbastanza surreale. Ovviamente se si bada al sodo è chiaro che per Bove, che ha più volte dichiarato di voler giocare, la priorità sarebbe l'estero, magari ancora in prestito, per riassaporare il campo e poi valutare il resto in un momento successivo.
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