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Grabara personaggio di culto: polemiche, fame di vittoria e “lo sport del portiere”

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Grabara è un ottimo portiere e una persona interessantissima: ci serviamo di un lungo podcast scovato in Danimarca per portarvi alla scoperta di un possibile acquisto per la Fiorentina

La scuola dei portieri polacchi è una delle più rinomate nel panorama mondiale: lo sappiamo bene a Firenze, dove negli ultimi anni abbiamo sostenuto tra i pali le prestazioni di Boruc prima e Dragowski poi, ma in generale lo sa bene l'Europa del pallone. Szczesny, Fabianski, Skorupski e recentemente anche Kamil Grabara, ragazzo del 1999 che è balzato agli onori della cronaca fiorentina per essere uno dei profili attenzionati per la porta viola. Che il portiere debba essere dotato di un carattere particolare è assodato, ma questo Grabara, maschera sul volto e coda di cavallo, è davvero un personaggio tutto da scoprire.

Tutto su Grabara

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Per lui il calcio, prima di tutto, è un lavoro. Fin da piccolo è stata l'unica cosa di cui si è interessato, per sua stessa ammissione non sa fare altro che parare e calciare il pallone. "Non mi sentivo particolarmente dotato di talento, non mi vedevo a giocare in Champions League quando avevo 14 anni, magari in prima divisione polacca. Poi a 15 anni ho realizzato che non c'erano in giro portieri migliori di me, e sono cominciate ad arrivare le chiamate in Nazionale", ha detto recentemente al podcast Copenhagen Sundays. Nessun esempio in famiglia a cui guardare, un'abilità coltivata pian piano, fino alla chiamata del Liverpool a 17 anni. "Non si può dire di no, i miei genitori non li ho neanche interpellati, ho pensato che sarebbe stato interessante provare e che se fosse andata male non sarebbe stata la fine del mondo". "Se non hai un'alta considerazione di te stesso, allora non l'avrà nessuno", una delle sue massime. Il sacrificio di Kamil è stato completo: "Non si può essere un normale teenager e un calciatore professionista allo stesso tempo. Ci sono stati problemi burocratici con la UEFA, quindi per sei mesi ho potuto concentrarmi sulla mia crescita in un Paese straniero, allenare il mio corpo nella maniera corretta. Ero uno scheletro, davvero... Un anno dopo il mio arrivo a Liverpool, ho realizzato che sarei diventato un professionista".


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"Sono un uomo di parola, se dico che vinceremo titoli mantengo le mie promesse. Ripescate la mia prima intervista, di titoli da allora ne abbiamo vinti tre". Grabara ha una sua filosofia anche sul ruolo del portiere: "Per come la penso io, fare il portiere è uno sport individuale. Il mio obiettivo non sono i trofei, ma il perfezionamento personale". Idee chiare sul futuro: "Quando avrò 34 anni e avrò guadagnato abbastanza soldi, sarò felice di tornare qui a Copenhagen. Se a 25, 26, 27 anni non sarò in uno dei top club, significherà che non sono all'altezza di quello che voglio ottenere".

Il rigore parato a Mahrez

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"Quando cominci a giocare la Champions ti senti giusto per quel palcoscenico. E' logico che vorrei andare al Manchester City, ma non accadrà quest'estate. Tuttavia, mi chiedete se sono pronto? Sì". E proprio il City ha avuto un assaggio delle qualità di Grabara la scorsa stagione, quando il portiere ha parato un rigore a Mahrez al culmine di una prestazione straordinaria per salvaguardare lo 0-0. A Manchester poi i Citizens hanno vinto 5-0 (Grabara ad Haaland: "Cristo, non sei umano!") ma Guardiola è rimasto impressionato. "Non ho bisogno di conferme e premi individuali, finché siamo in testa alla classifica io sono a posto. I premi individuali arrivano comunque? Oh, beh, grazie mille". Grabi, come lo chiamano gli amici, ha avuto anche la possibilità di andare in Qatar per il Mondiale, al posto proprio dell'ex viola Dragowski, ma si è infortunato e alla rassegna è andato il portiere del Bologna Skorupski. Dopo un infortunio molto grave alla faccia, precedente a quello che gli ha precluso Qatar 2022, Grabara indossa una maschera e non la toglie neanche ora che potrebbe. Un po' come Osimhen del Napoli, è a metà fra portafortuna e protezione extra. "Le persone a cui non piaccio mi aiutano a rimanere concentrato su me stesso", ama dire. E tra queste c'è Matt Ryan.

La polemica con Ryan

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Al Copenhagen ha vissuto la concorrenza del portiere titolare della Nazionale australiana, Matt Ryan, arrivato in Danimarca per fare il titolare. Solo che Grabara ha superato Ryan nella prima parte di stagione, e il collega ha attribuito la scelta a motivi politici. Così, quando agli ottavi di finale, in Australia-Argentina, Ryan ha regalato il gol decisivo a Julian Alvarez, il polacco non si è lasciato sfuggire l'occasione di twittare: "Dev'essere stata sicuramente colpa della politica" e una faccina sorniona. A proposito di politica: "Se potrei essere un politico? Nah, credo che finirei col distruggere il ponte tra la Svezia e la Danimarca... E' tutta questione di mentire, e a me non piace mentire alle persone". Grabara è un idolo a Copenhagen anche e soprattutto per via della sua schiettezza e della sua veracità: "Devo molto al Copenhagen, ma quando hanno investito su di me sapevano che sarei potuto crescere e quindi andare via. Mi piace qui, sono abituato a vincere e non voglio cambiare questa mia mentalità. Vincere non è scontato, per 20 squadre in un campionato ce ne sono 19 che non lo fanno. Quindi mi serve la giusta offerta, che combaci con i miei sogni". Ancora non possiamo dire se sarà lui il prossimo portiere della Fiorentina (che può offrirgli gli obiettivi Coppa Italia, Supercoppa Italiana e Conference League), ma siamo sicuri che se così dovesse essere, il rapporto coi tifosi sarà solido e anche diretto, attraverso i social network e parole mai scontate.

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