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Mario Gomez: “Rifiutai una big per Firenze. La presentazione? Da pelle d’oca”

Mario Gomez
L'ex attaccante tedesco: "Scelsi la Fiorentina per provare a vincere lo scudetto. Poi gli infortuni... E' un ricordo molto doloroso per me"
Redazione VN

Mario Gomez ha rilasciato una lunga intervista alla rivista Ultimo Uomo due giorni prima della sua partecipazione al Pepito Day. E ha ripercorso la sua carriera e l'esperienza - amara - vissuta nella Fiorentina. "Faccio il dirigente (della Red Bull) da quattro anni e nessuno lo sa perché sono in un ruolo di secondo piano. E mi piace essere in un ruolo di secondo piano, mi piace aiutare gli altri a brillare e a crescere, a diventare calciatori di successo. Questa è la mia nuova normalità, che non può essere la stessa di quando sei un attaccante. Come attaccante devi essere l’uomo copertina, sei sempre l’obiettivo delle rimostranze o del tifo. Ovviamente sarebbe bello per i miei fan avere una partita d’addio ma ci sarebbe troppa attenzione su di me e non è qualcosa che voglio».

E sulla partita organizzata da Giuseppe Rossi ha detto: «Ho sempre detto che ci sono solo due partite d'addio a cui sarei sicuramente andato. Uno è Claudio Pizarro, probabilmente il miglior compagno di squadra che abbia mai avuto. L’altro è Giuseppe, che è semplicemente incredibile. Penso che senza gli infortuni sarebbe potuto diventare uno dei cinque migliori calciatori al mondo. Aveva un talento pazzesco. Era un grande calciatore… è ancora un grande calciatore».


Sulla mega presentazione al Franchi

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«Non scorderò mai quel giorno e ho la pelle d’oca a ripensarci. Credevamo allo scudetto. A dire la verità è il motivo per cui mi sono trasferito alla Fiorentina. L’ho detto molte volte: avevo un’offerta da una grande squadra in Spagna ma ho deciso di andare alla Fiorentina perché la famiglia Della Valle e Pradé mi hanno esposto il loro progetto su come arrivare davanti alla Juventus. Abbiamo avuto un inizio fantastico. Io e Giuseppe nelle prime tre partite abbiamo fatto una cosa come sette, otto gol insieme [in realtà sono cinque, nda]. Poi, sfortunatamente, io mi sono fatto male, e quando sono tornato si è fatto male lui. E alla fine lui non è più tornato, perché il suo problema l’ha tenuto fuori per due anni e mezzo. È pazzesco, davvero pazzesco».

Sulla Fiorentina di oggi

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«Penso che oggi la Fiorentina abbia intrapreso un ottimo percorso, probabilmente ha le migliori strutture sportive in Europa, sta rinnovando lo stadio - il che era necessario per competere - e ha una buona squadra. Sono contento per loro… Le cose non sono andate come speravo ma almeno non li ho portati alla rovina. Sono molto dispiaciuto per Firenze, per i tifosi, ma anche per la famiglia Della Valle, che hanno riposto così tante speranze in me senza che io sia riuscito ad essere all’altezza. Non avrò portato il club alla rovina ma di certo ho distrutto la loro speranza... Sì, gli infortuni fanno parte del calcio, purtroppo. Oggi sono seduto qui con te senza problemi, posso fare qualsiasi cosa, non ho dolore in nessuna parte del mio corpo: sono un uomo molto fortunato. Sono alto, sono forte. Ho giocato 18 anni e sono sano ma in quelle due stagioni non lo sono stato, e questo ancora mi fa male».