L’amichevole, iniziata tardissimo (verso le 22:40 circa), vide il successo del Betis per 3-2, soprattutto grazie all’assurda scelta della società viola (la cui presidenza era passata, nel frattempo, da Befani a Longinotti) di schierare, in prova, nel secondo tempo, iniziato in vantaggio per 2-1 grazie alle reti dello stesso Jonsson e di Dell’Angelo, due potenziali oriundi sudamericani, totalmente sconosciuti, che rispondevano ai nomi di Voltolini e Camartielli (o Camardiella?), i quali, nel corso della ripresa abbassarono notevolmente il potenziale gigliato al punto da permettere il ribaltamento totale del risultato alla squadra di casa.
Morale della favola: il paraguayano Voltolini se ne tornò a Madrid, Camartielli fece ritorno a Granada e lo svedese Jonsson venne incredibilmente ceduto alla Roma nel mercato di riparazione di novembre per fare spazio al turco Bartù (a tal proposito il bomber viola Milani disse "Come si può vincere se si cede un campione, per avere un brocco?").
In pratica, chi ci guadagnò veramente da tutta questa vicenda fu solo il Betis, che si ritrovò con uno stadio di proprietà grazie, soprattutto, alla cessione alla Fiorentina di Jonsson che, nel suo unico anno di permanenza a Sevilla, aveva potuto giocare solo le amichevoli a causa di intoppi burocratici non risolti nel corso della stagione 1960-61! [LEGGI IL PROGRAMMA DELLE SEMIFINALI DI CONFERENCE LEAGUE]
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