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pillole di storia gigliata

Nel 1940 l’unico bel Capodanno della Fiorentina (in campo)

Nel 1940 l’unico bel Capodanno della Fiorentina (in campo) - immagine 1
Il primo gennaio di 84 anni fa Fiorentina e Modena diedero vita al "Berta" di Campo di Marte ad uno dei più combattuti match mai visti a Firenze
Roberto Vinciguerra
Roberto Vinciguerra Redattore 

Il rapporto della Fiorentina con il capodanno, sotto l'aspetto delle gare ufficiali, non è certamente positivo. Nel dopo guerra il bilancio, su 3 gare giocate (tutte in trasferta), è di due sconfitte (contro il Torino nel 1948 e contro il Milan nel 1961) ed un pareggio (con la Samp nel 1950). In precedenza un pareggio contro l'Atalanta in trasferta in Serie B nel 1939 e la gara casalinga contro il Modena, nel 1940, che merita di essere raccontata.

La 13° giornata del campionato di Serie A 1939-40 era in programma domenica 31 dicembre 1939, ma Fiorentina-Modena, una sorta di spareggio fra "pericolanti", non si disputò e venne fatta slittare di 24 ore, cioè... a capodanno.


Causa del rinvio? Un motivo unico nel suo genere: i fiorentini vollero dedicare l'intera giornata ad accogliere il ritorno, dopo una lunga permanenza in Albania, del 92° battaglione di Camicie nere. Quando Fiorentina e Modena scesero in campo al "Berta" il primo gennaio 1940 la classifica era, ovviamente, cambiata e le due squadre occupavano, rispettivamente il penultimo (Fiorentina) ed ultimo (Modena) posto. La squadra viola, guidata dall'austriaco Soutschek (la cui posizione era abbastanza vacillante), a Campo di Marte vinceva spesso, ma in trasferta perdeva sempre.

Interessante ricordare come, in quel periodo, la Fiorentina avesse tre squadre (più le giovanili): una militava in Serie A, una in Prima Divisione (l'attuale Serie D) ed una era impegnata nel campionato Riserve.

Da evidenziare anche il fatto che i numeri sulle maglie fossero apparsi solo da 4 mesi ed è curioso notare che, la maglia numero 10 viola, in occasione di quella gara col Modena, fosse sulle spalle di un certo Anto...na. La numero 7, invece, non fu indossata da "Meo" Menti, purtroppo infortunato in quei giorni.

La partita si mise subito bene per i gigliati, che al 25° minuto andarono in vantaggio con Herman "Armando" Frigo, l'italo-statunitense che, solo 3 anni dopo, nelle vesti di ufficiale del Regio Esercito, venne fucilato dai tedeschi nella zona della costa dalmata. I "canarini" pervennero al pareggio con Bazan solo 4 minuti dopo.

Nel secondo tempo successe di tutto. Viola nuovamente in vantaggio con un altro gol di Frigo dopo i primi 13 minuti della ripresa. Dopo 3 minuti il Modena rimase in 10: l'arbitro Pirovano, infatti, cacciò dal campo (neanche troppo metaforicamente, visto che non esistevano i cartellini), a causa di proteste reiterate dopo uno scontro con Morselli, il giovane portiere emiliano Sentimenti IV, il mitico "Cochi", che, negli anni successivi, avrebbe scritto pagine importanti con Juventus e Lazio, oltre che con la maglia azzurra.

Non esistendo le sostituzioni, in porta andò il centrocampista Montanari il quale, nel corso della gara, aveva già anche subito due infortuni che lo avevano messo KO per qualche minuto: nel primo tempo a causa di una forte pallonata al volto, nella ripresa dopo uno duro scontro con Pasin.

Quando sembrava mettersi tutto per il meglio per i viola, il Modena (in inferiorità numerica) raggiunse, per la seconda volta, il pareggio al 29° di gioco (lo stesso minuto del primo tempo) con Manni. I viola furono obbligati a tentare il tutto per tutto, ma ad agevolare la Fiorentina ci pensò soprattutto il "povero" Montanari, il portiere improvvisato degli emiliani, il quale, a 9 minuti dal termine, si vide fischiare contro una punizione a "due" in area, in quanto "reo" di avere tenuto troppo in mano la palla dopo una bella parata.

La distanza da cui i viola calciarono la punizione fu da "Guinnes dei primati", visto che il pallone si trovava ad un solo metro dalla linea di porta del Modena, che schierò, ovviamente, più giocatori possibile in... barriera. Dopo un primo tentativo di Morselli, ci pensò il "vecchio" Beppino Bigogno (tornato a guidare la difesa viola dopo una parentesi di 3 anni al Genova) a ribadire in porta la precedente conclusione ribattuta dalla barriera emiliana, regalando così, ai gigliati, il successo sicuramente più importante del campionato, visto che poi la Fiorentina si salvò solo grazie al quoziente reti, dopo avere preceduto di due punti proprio il Modena ultimo in graduatoria.

Le emozioni, di quel 1940, non terminarono certo con quella salvezza strappata in extremis all'inizio di gennaio, visto che i viola (guidati in panchina da Giuseppe Galluzzi, subentrato a Soutschek a metà gennaio) conquistarono, inaspettatamente, a metà giugno, il primo trofeo della storia gigliata, ossia la Coppa Italia in finale sul Genova, in quella che viene ricordata come la prima gara a livello nazionale disputata dopo la dichiarazione di guerra di Mussolini nei confronti di Francia e Gran Bretagna al fianco della Germania esattamente il 10 giugno.

 

 

 

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