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Vlahovic e “quell’analogia con Bati-gol che fa sognare Firenze e i fiorentini”

(Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

L'intrigante paragone tra Dusan Vlahovic e Gabriel Batistuta lo firma Alberto Polverosi, sul "Corriere dello Sport - Stadio"

Redazione VN

"Paragone azzardato, ma qualcosa di affascinante per Firenze e i fiorentini" - così lo definisce Alberto Polverosi sulle colonne del Corriere dello Sport. E in effetti qualche sopracciglio, nel leggere questo accostamento ardito, si sarà sollevato. Vero è che una rete alla Juve, in maglia viola, può aprirti una carriera incredibile. Batistuta divenne Batigol nel gennaio ‘92 quando, su un cross di Carobbi, segnò di testa l’1-0 contro la Juventus. Era però il suo primo gol storico e Bati lo realizzò a 23 anni. Dusan Vlahovic ne ha tre di meno e il gol di Torino gli può cambiare se non altro la stagione. E’ stato il primo 2000 a debuttare in Serie A con la Fiorentina. Al suo primo campionato da semi-titolare ha segnato sei gol, quest’anno è già a quattro. "Deve capire meglio il calcio di Ribery perché a quella fonte può togliersi la sete di gol". Senza Rui Costa Batistuta non sarebbe arrivato a 200 gol nella Fiorentina. 

Polverosi termina qui il paragone - "oltre si rischia una denuncia" - ribadendo l'importanza di quella rete per il rilancio di un ragazzo su cui puntare già adesso, se assistito a dovere. Il numero nove non segnava su azione da 668 minuti, dalla rete con la Sampdoria siglata il 2 ottobre scorso. Nel mezzo, ad interrompere il silenzio, i due rigori consecutivi trasformati con Sassuolo e Verona. Se Iachini aveva ruotato i suoi centravanti, Prandelli ha fatto subito una scelta netta, di continuità: ha puntato su Vlahovic, titolare da 7 giornate in cui ha giocato 554 minuti, conditi da 3 gol. Il serbo ha lasciato le briciole a Cutrone (73') e Kouamé (120'). Dusan ha svoltato. in coincidenza con la fiducia incondizionata del suo allenatore. Prandelli ne apprezza la personalità, quella che l'ha portato, con la Fiorentina sotto nel punteggio, a prendere la palla e calciare il rigore. E’ successo due volte di fila. Sono stati i primi segnali del rilancio. A Torino, il colpo che ha piegato la partita. E poi la prestazione, da solo a lottare con la difesa bianconera.

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