C’è stato un tempo in cui, la Coppa Italia, era per la Fiorentina una specie di scorciatoia. Per la gloria, e per l’Europa. Sei trionfi, quattro finali perse, serate che hanno marchiato a fuoco la storia viola. Basta pensare a quell’incredibile nottata di Bergamo del 1996. La vittoria sull’Atalanta, il trofeo alzato al cielo e poi mostrato (alle 4 del mattino) ad un Franchi stracolmo di gente e di gioia. Poi, dal 2001, più niente. Solo brutti ricordi (su tutti la surreale finale del 2014 col Napoli, macchiata dalla morte di Ciro Esposito) e qualche sogno infranto.
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Corriere Fiorentino
Vietato snobbare la Coppa Italia: può diventare l’obiettivo primario
Commisso muore dalla voglia di vincere un trofeo
L’ultimo un anno fa quando, dopo aver battuto a domicilio Atalanta e Napoli, la corsa di Biraghi e compagni si schiantò (in semifinale) contro la Juventus. Ora, la Fiorentina, ci riprova. E vista la classifica (sono otto i punti di ritardo dal trio Lazio, Roma, Atalanta) la Coppa Italia non può e non deve essere snobbata. Anzi. Forse, in attesa che riparta la Conference, può addirittura diventare l’obiettivo primario. Anche perché Rocco Commisso, e come lui tutto il gruppo, muore dalla voglia di vincere un trofeo. Lo scrive il Corriere Fiorentino.
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