Una Fiorentina da Champions: vince e balza al 3° posto

Un’ala, un 10, un giocatore di straordinaria qualità e ora anche un bomber. Questo è Nico Gonzalez e quella col Cagliari è stata un’altra sua stupenda partita. Sesto gol stagionale, quarto in campionato, stavolta da opportunista, un guizzo in area piccola e dopo tre minuti la Fiorentina era in vantaggio. Come scrive il Corriere dello Sport, il malcapitato Augello non riusciva a prenderlo, l’argentino era ovunque e quando si accentrava con quel sinistro faceva paura. E’ un giocatore di statura internazionale e presto, se continua così, lo diventerà anche un ragazzino del 2004, Michael Kayode, autore di un salvataggio sulla linea di porta e di una partita fatta bene dall’inizio alla fine, con forza e qualità. Le buone notizie per Italiano non sono finite qui e dopo i due veri protagonisti della serata, il Franchi è esploso anche per il primo gol viola di Nzola. Più che un boato è stato un enorme sospiro di sollievo, una liberazione.

 GLI ERRORI

La Fiorentina ha giocato il solito primo tempo, di netta supremazia tecnica e di gol. Il Cagliari (terzo ko di fila) l’ha aiutata a segnare, prima con Radunovic (uscita a vuoto su punizione-cross di Duncan e tocco di Gonzalez), poi con Dossena con un autogol...indotto, con deviazione nella sua porta di un pallone che altrimenti sarebbe stato spedito dentro da Beltran dopo un cross perfetto di Kayode. Due gol con due infortuni della difesa sarda, ma la produzione offensiva dei viola è stata notevole ancora una volta. Altre occasioni (quasi sempre con Gonzalez) sono sfumate per poco.

APPLAUSI A RANIERI

Era cominciata con una scena insolita per un campo di calcio e per questo ancora più bella: il Franchi in piedi per applaudire Claudio Ranieri, ex allenatore della Fiorentina di Rui Costa e Batistuta. Quando lasciò Firenze, in curva Fiesole apparve questo striscione: “Ranieri facci l’ultima magìa, sparisci”. Come cambiano i tempi e stavolta, per fortuna, in meglio. La riconoscenza vale anche a scoppio ritardato. Claudio aveva schierato la squadra con lo stesso modulo dei viola, il 4-2-3-1, ma con una forzatura un po’ strana per il suo calcio: dalla parte di Italiano il trequartista era Bonaventura, in realtà un centrocampista totale, capace di sostenere la fase difensiva. Dall’altra parte il trequartista (meglio, la seconda punta) era invece Shomurodov che restava spesso incollato alle spalle di Petagna. Nonostante le marcature ravvicinate, Makoumbou e Deiola faticavano a inaridire Duncan e Arthur, la doppia fonte di gioco dei viola. Tuttavia, anche i sardi avrebbero potuto segnare, subito dopo l’1-0 dei viola, sempre per un errore, madornale pure questo, di Milenkovic, che con un passaggio indietro ha spedito Nandez davanti a Terracciano, con Kayode costretto a salvare tutto sulla linea.

 LA RETE DI NZOLA

Ranieri ci ha provato con Prati e Oristanio a inizio ripresa e il Cagliari ha avuto la possibilità di riaprire la partita con la traversa centrata da Petagna. La Fiorentina, come suo solito, nel secondo tempo ha perso ritmo e intensità. Davanti Beltran è scomparso, ma dietro Quarta, Kayode e Parisi hanno tenuto bene e, al di là di un gioco più modesto, c’è stato lo spazio per un ultimo spunto, forse decisivo per la storia fiorentina di M’Bala Nzola. Italiano aveva cambiato tutto l’attacco, con lo scopo di far riposare soprattutto Gonzalez in vista del Ferencvaros di giovedì sera e con la speranza di vedere un gol di un suo centravanti. Niente da fare col tenero Beltran, ci ha pensato Nzola all’ultimo istante su lancio perfetto di Mandragora, si è liberato di prepotenza di Wieteska e con un pallonetto di sinistro ha battuto Radunovic.

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