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Corriere Fiorentino
«La storia non si ripete, ma spesso fa rima con se stessa». Il Corriere Fiorentino cita Marc Twain per parlare di Fiorentina-Empoli. I dati della partita raccontano un predominio viola nel possesso palla (72%) e nelle conclusioni (19 contro le 7 dell’Empoli), comprese quelle nello specchio (7 a 3). Alla fine però il tabellone che non lascia spazio a discorsi: 0-2, e zero punti in classifica. Un film già visto e quando gli eventi si ripetono significa che ci sono limiti magari mascherati - altrimenti la Fiorentina non sarebbe in piena zona Europa - ma non eliminati.
Qualcuno accusa Italiano di conoscere un solo tipo di calcio e di soffrire contro le squadre che si chiudono. Teoria in parte smentita dai fatti (ha abbandonato il suo amato 4-3-3 per passare al 4-2-3-1, ha proposto la difesa a tre quando ce n’è stato bisogno, si è inventato Quarta attaccante aggiunto), ma certo la sfida con l’Empoli ha riproposto due grandi difetti. La dipendenza da Nico e Bonaventura, e le difficoltà dei centravanti. Un aspetto che sta infastidendo non poco l’allenatore. Perché è proprio quando gli altri si abbassano a protezione della propria area che i numeri 9 devono incidere. Aggredendo con molta più cattiveria i palloni che passano in area: non è possibile che da 32 cross non nasca nemmeno una conclusione del centravanti.
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