È venuto a mancare a soli 58 anni Gianluca Vialli, un grandissimo del mondo del calcio, apprezzato non solo per il suo trascorso ammirevole da giocatore, da allenatore e capo delegazione di una nazionale capace di vincere in terra inglese Euro 2020, ma anche e soprattutto per la sua umanità e integrità. Oggi i principali quotidiani sportivi gli hanno dedicato pagine e pagine di ricordi, parole e ed emozioni. Vi riportiamo qui alcuni estratti.
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Un abbraccio infinito: il ricordo dei quotidiani di Gianluca Vialli
Gazzetta dello Sport
—Sulla Rosea moltissimi articoli a ricordo di Gianluca Vialli. A pagina 2 lo splendido editoriale dell'inviato da Londra Andrea Ramazzotti.
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La notizia della scomparsa di Gianluca infatti non ha scosso solo l’Italia, ma tutto il mondo del pallone. Per capirlo ieri bastava dare un’occhiata al numero delle testimonianze arrivate sui social o più semplicemente passeggiare per Londra. L’Evening Standard, distribuito gratuitamente un po’ ovunque nella capitale inglese, ha dedicato alla notizia due pagine e i notiziari delle principali reti televisive già dal mattino hanno rilanciato il triste evento. La commozione è salita come un fiume in piena e ha spinto tanti ad andare davanti alla clinica dove l’ex numero 9 era stato ricoverato, su Fulham Road, o a Stamford Bridge, quello che è stato per qualche anno il suo stadio. Sul cancello esterno del Royal Marsden Hospital, il cui personale anche ieri ha alzato la stessa impenetrabile cortina di privacy dei giorni pre natalizi, sono state apparse due sciarpe della Juventus, una della Sampdoria, una bandiera dell’Italia e tanti fiori tra i quali una rosa bianca con un biglietto straziante («Grazie per le emozioni che hai regalato a tutti noi amanti dello sport. Sei stato sempre un grande»). Anche nella casa del Chelsea, solo commozione e lacrime. Era già una delle “legend” del Chelsea che avevano una targa nella piccola strada che costeggia Stamford Bridge. Ora il suo ricordo, se possibile, sarà ancora più... eterno. Tanti sono corsi a lasciare un mazzo di fiori, o più semplicemente a dire una preghiera, nello spazio transennato dove è apparsa anche una sciarpa del Fulham. Diversi gli italiani, in vacanza nella City o che abitano qui, ma c’erano pure parecchi inglesi che non hanno dimenticato lo stile di un uomo capace, sul campo e in panchina, di guadagnarsi il rispetto di tutti. Non solo grazie alla classe che madre natura gli aveva dato, ma soprattutto con comportamenti esemplari. Ci mancherai, Gianluca.
Corriere dello Sport
—Sul Corriere dello Sport moltissimi i ricordi legati a Gianluca Vialli. A pagina 2 un bell'editoriale di Marco Evangelisti.
Non sta nella lezione etica l’eredità di Vialli. Sta nell’audacia di averla pronunciata. Nell’aver indicato il compagno di viaggio all’intero vagone gridando: guardate come lo tengo a bada e nel caso capitasse anche a voi potete fare come me. Se volete. Io non possiedo la verità, ho solo il coraggio di un’opinione. (...) Nel 2021, prima della finale dell’Europeo a Wembley, ha parlato lui ai giocatori della Nazionale. Ha preso in mano un volume e ha cominciato a citare Franklin Delano Roosevelt, il presidente che tirò gli Stati Uniti fuori della Grande Depressione e li scagliò contro il nazismo. « L ’onore spetta all’uomo che lotta con coraggio, che sbaglia ripetutamente, sapendo che non c’è impresa degna che sia priva di errori e mancanze. L’uomo che dedica tutto sé stesso al raggiungimento di un obiettivo, che sa entusiasmarsi e impegnarsi fino in fondo e che si spende per una causa giusta. L’uomo che, quando le cose vanno bene, conosce finalmente il trionfo delle grandi conquiste e che, quando le cose vanno male, cade sapendo di aver osato » . Qualcuno si commosse. Qualcuno si mise a pensare. Tutti vinsero. Era solo una partita. Ora Vialli sa che cosa c’è una volta spenta la luce. Se gli hanno chiesto qualcosa, gli hanno chiesto se ha vissuto. E lui ha saputo rispondere.
Tuttosport
—A pagina 3 di Tuttosport, l'editoriale del Direttore Guido Vaciago.
La grandezza di Vialli va oltre la tecnica, anche se già solo con quella sarebbe stato un gigante: Vialli era un grande uomo che giocava a calcio, quindi logicamente un campione, ma prima, appunto, arrivava sempre il grande uomo.Lo si era già capito quando stava in campo, diverso dagli altri per le scelte, per gli atteggiamenti, per le parole rivolte ai compagni. È stato lampante negli ultimi anni, quelli della sua malattia, nella quale con garbato pudore ha dato a tutti una lezione straziante, ma fondamentale. Niente retorica sulla "battaglia da vincere" o metafore guerriere: Gianluca aveva capito che quella non era una guerra, ma un percorso, una strada che portava altrove e nella quale si doveva imparare, volendo, anche il senso della vita.
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