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Corriere Fiorentino

Un 2024 sul filo del rasoio: dal quarto posto fino al mese nero

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L'inizio del 2024 per la Fiorentina è da incubo: dopo essere andati oltre i propri limiti, adesso deve pensare solo a ritrovarsi
Redazione VN

A volte, il calcio, è molto più semplice di come lo si vorrebbe raccontare. Basta aver l’onestà per riconoscere i propri limiti (ed il proprio valore), la forza degli avversari, e analizzare con lucidità quello che racconta il campo. Come scrive il Corriere Fiorentino, tutto questo per dire che la Fiorentina non aveva risolto tutti i suoi problemi con il 5-1 sul Frosinone e, allo stesso tempo, non può essere il 2-0 secco rimediato a Bologna a cancellare mesi di lavoro che comunque, ad un certo punto, avevano portato i viola addirittura al quarto posto.

Motivazioni

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Semplicemente, la formazione di Italiano è nettamente superiore a quella di Di Francesco ma, almeno in questo momento, inferiore a quella di Thiago Motta. Questione di qualità diffusa, di risorse tecniche a disposizione, di condizione (fisica e mentale) e, ovviamente, di errori e scelte sbagliate. Di certo però, sarebbe sbagliato pensare che quello del Dall’Ara sia un episodio isolato. Del resto se nel 2024 la Fiorentina ha vinto una sola partita un motivo ci sarà e una delle spiegazioni principali sta in quanto (non) fatto a gennaio. Il riferimento, va da sé, è ad un mercato che a parte Belotti (arrivato sul gong) e Faraoni (un’alternativa) meno di quanto ci si aspettasse ad un gruppo che si era spinto oltre i propri limiti e che, tra l’altro, doveva fare i conti (visti gli infortuni di Nico e Sottil e l’assenza di Kouame) con una vera e propria emergenza. E poi la crisi dovuta al contratto di Bonaventura, i problemi (seri) di Arthur, le prevedibili difficoltà di Gonzalez nel ritrovare la miglior condizione e, in particolare mercoledì sera, qualche valutazione errata da parte dell’allenatore.


Colpe di tutti

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Le colpe insomma vanno ricercate ovunque. La prestazione di Bologna, d’altronde, parla chiaro. Il piano partita era pressare, ma quando già a metà primo tempo, era diventato chiaro che la strategia non stesse funzionando, l’allenatore ha preferito non cambiarla, anche perché il motto del mister, piaccia o no, resta sempre quello: «Difendere bene, attaccare meglio». Certo, proprio lui a inizio gennaio era stato chiarissimo: «Siamo in emergenza, serve un esterno», che invece non è mai arrivato. L’importante, per tutti, adesso, è fare i conti con la realtà. Capirla prima di tutto e, visto che niente è perduto, provare a cambiarla. Anche perché alle porte c’è il delicato derby toscano con l’Empoli e una serie di scontri diretti a dir poco pericolosi.

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