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Corriere Fiorentino
Dopo la Lazio, la sfida insomma, era ancora una volta ambiziosa: prendere il controllo della gara e far valere la qualità. Magari, visto che Juric ama giocare sempre e comunque uomo contro uomo, togliendo più punti di riferimento possibili. E bastava guardare i movimenti dei viola, quando iniziava l’azione, per capire di cosa stiamo parlando. Rotazioni continue, scambi di posizione, difensori che si alzavano e, al contrario, attaccanti che si abbassavano. Tutto, con un obiettivo: portar fuori i marcatori del Toro e crearsi spazi da attaccare. Piano teoricamente corretto, ma che in avvio non ha funzionato granché. Non a caso le prime occasioni (una con Zapata, una con Vlasic e una con Sanabria) le ha avute il Torino mentre il primo squillo della Fiorentina, con un colpo di testa di Nico, è arrivato soltanto dopo 25’. Il problema per i viola era superare la prima linea del pressing e trovare le proprie fonti di gioco, costantemente soffocate. Non a caso, fiutata l’aria, Italiano ha chiesto di rinunciare alla costruzione dal basso preferendo giocarsela con lanci lunghi e lotta sulle seconde palle. Lo riporta il Corriere Fiorentino.
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