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Strilli e carezze, lo strano debutto di Hagi. E nel post gara…

Paulo Sousa ha accompagnato l'esordio di Ianis Hagi a Cagliari con richiami continui. Il ragazzo ha poi chiesto a Tata se andasse tutto bene...

Redazione VN

Urla e carezze. Per la sua prima volta in serie A, Ianis Hagi non si è fatto mancare niente: le pacche sulle spalle dei compagni, i complimenti di papà Gheorghe (LEGGI QUI), l’emozione del debutto e le strilla continue di Sousa. L’allenatore infatti nei 14 minuti in cui il baby romeno è rimasto in campo - scrive il Corriere Fiorentino - lo ha letteralmente preso di mira: ogni volta che non aveva palla veniva ripreso per fare pressing sugli avversari, ogni volta che non si smarcava ecco arrivare l’urlaccio per spronarlo. Con il povero Ianis che ogni tanto guardava perplesso verso la panchina per la serie «ma perché ce l’ha tanto con me?». Morale della favola a fine partita il 18 enne figlio d’arte pareva più frastornato che soddisfatto.

Su Instagram ieri se l’è cavata pubblicando la foto del suo ingresso in campo con il classico «Sono felice per il debutto in serie A», ma già nello spogliatoio del Sant’Elia ha parlato a lungo con il suo amico e connazionale Tatarusanu (una sorta di fratello maggiore in questa sua avventura fiorentina) per chiarirsi le idee dopo tutti quegli urli. Al di là delle apparenze comunque, Sousa lo stima davvero. Perché alle indiscutibili capacità tecniche (a Cagliari ha giocato ottimi palloni e conquistato due calci di punizione dal limite), Hagi jr abbina un’intelligenza tattica rara alla sua età. Semplicemente, tutte quelle urla sono il modo di Paulo (un po’ come accade quando gioca Babacar) per spronare i giovani. E far capire loro quanto sia importante partecipare a ogni azione della partita, con o senza il possesso della palla.