Sono due trasferte che rappresentano non più soltanto esami per una squadra capace di conquistare tredici punti nelle ultime cinque di campionato - battendo tra le altre Lazio, Milan e Roma e segnando undici gol subendone solo due -, quanto piuttosto la ricerca di conferme che vadano ad aggiungere certezze a certezze. Poi da lì, eventualmente, a pensieri di Champions. Perché è in questo modo, attraverso le conferme, che si prende consapevolezza di un nuovo status e si costruiscono imprese gratificanti. Specie se inattese. Chiaramente e per certi versi giustificatamente, i dirigenti, Palladino e la squadra viola non andranno mai oltre il concetto di ambizione, che è stato invece messo alla base del progetto attuale da tutte le sue componenti fin da giugno quando Fiorentina e allenatore si sono detti sì. Non ancora, non a breve almeno. Ma adesso sono i numeri ad aver spostato l’attenzione su qualcosa che non sia il miglioramento generico dell’ottavo posto per dare l’attacco all’Europa League - quello sì obiettivo dichiarato pur se sotto voce -, anche perché rimanda al traguardo sempre desiderato da Commisso praticamente fin dall’acquisizione del club nel giugno 2019. Significa in linea di massima arrivare tra le prime cinque in campionato, che non è mai risultato banale".
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