Si può esser tristi dopo una vittoria? Si può finire contestati e «a rapporto» sotto il settore dei propri tifosi ad ascoltare i rimproveri? Si può farsi prendere dallo sconforto per quello che poteva essere e non è stato? La risposta è sì. Un successo, quello di ieri, buono per chiudere in bellezza i tre anni targati Italiano ma anche e forse soprattutto per gettare altro sale sulla ferita di Atene. Perché questo ciclo poteva lasciare in dote (anche) un trofeo e invece restano solo la consapevolezza di quanto costruito e una valanga di rimpianti: «Chiediamo scusa ai tifosi — ha spiegato Pradè nel dopo partita — dopo la sconfitta di Atene non siamo stati lucidi e non abbiamo neanche ringraziato chi ha fatto tanti sacrifici pur di seguirci».
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Si può essere tristi e contestare dopo una vittoria? Alla Fiorentina sì
Un successo, quello di ieri, buono per chiudere in bellezza i tre anni targati Italiano ma anche e forse soprattutto per gettare altro sale sulla ferita di Atene
Arrivato all’ultimo ballo in viola, stretto tra un recente passato che continuerà a far male e un futuro che lo vede diviso tra Bologna (molto probabilmente) e Lazio (se saltasse Tudor) Italiano a Bergamo ha presentato una Fiorentina quasi totalmente rivoluzionata rispetto a quella di Atene. Perché gambe e cuore di chi aveva giocato la finale erano ancora troppo pesanti e perché, prima di salutarsi, era giusto dar spazio a tutti.
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