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Stefano Cappellini, sulle pagine di Repubblica, commenta i movimenti di mercato della Fiorentina e non solo. Ecco le sue parole:
Perché fin qui tutto bene, ma mancano un paio di caselle importanti per capire se la Viola riparte davvero più forte e competitiva di quella della stagione delle due finali ( l’altra casella è, ovviamente, il sostituto di Amrabat). La speranza è che in difesa non arrivi un Marcio Santos e, del resto, non c’è più un Cecchi Gori a promettere cene con Sharon Stone al nuovo arrivato ( per i più giovani: è successo, è successo, e comunque il brasiliano giocò così male da meritare come premio stagionale un pranzo al sacco alle Cascine, senza compagnia). Con il Genoa si comincerà a capire se è stata più brillante la pesca argentina nostra o quella di Gilardino con Retegui, soprattutto si potrà valutare con il metro delle partite vere se ci sono le basi per evitare gli errori dello scorso anno, e cioè una rovinosa partenza a handicap in campionato. Per questo, appunto, le ultime mosse dovrebbero portare in viola solo giocatori pronti, stavolta senza scommesse di alcun genere su infortunati, reduci, depressi o pianticelle. Salire un gradino in più dello scorso anno, cosa non facile, non significa necessariamente vincere un trofeo, anche se non ci dispiacerebbe, bensì essere fino in fondo competitivi su tutti i fronti, compresa quella serie A che ci ha visto arrancare troppo a lungo all’inizio, prima di ingranare una marcia accettabile
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