Sul Corriere Dello Sport questa mattina in edicola troviamo un fondo di Alberto Polverosi, che si concentra sul ritorno in campo di Ribery contro il Brescia. Ben 205 giorni dopo l'ultima volta - si legge - il francese, un ragazzino di 37 anni, ha chiaramente fatto capire che è ben lontano dall'arrendersi o dal non essere più competitivo: è alla continua ricerca della perfezione, non si accontenta mai. E così ha fatto anche durante una quarantena lunghissima, mostrando che la vera differenza con i compagni e con gli avversari sta nella testa. Contro il Brescia, anche dopo un'ora di gara, si è prodigato in uno scatto invidiabile mentre i più giovani in campo già cominciavano a non averne più, senza parlare del fatto che è rimasto in campo tutti e 90 i minuti.
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Ribery? chiamatelo FR7, ma è all’opposto di CR7
Il francese è un leader, ma le sue caratteristiche sono diverse rispetto al portoghese
La vera qualità del francese è quella di sapersi mettere al servizio della squadra sempre e comunque, una capacità cruciale all'interno di un team. Ribery viene spesso paragonato a Ronaldo, per il 7 sulla schiena ma anche per il Palmares di tutto rispetto. Con la differenza che il portoghese vive per i suoi gol e in funzione di se stesso, mentre l'ex Bayern mette se stesso al servizio del calcio della propria squadra. CR7 ha quasi sempre bisogno di uno scudiero alle spalle come Matuidi che gli dia la palla (poi ci pensa lui), mentre Ribery è scudiero di se stesso ed è pronto a fornire palloni d'oro per Vlahovic e Chiesa. Giovani, tra gli altri, che possono davvero svoltare la carriera allenandosi con uno così.
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