Barak invece si è ripreso lo scettro di uomo decisivo nel finale in Europa, dopo Basilea. La sua prima parte di stagione è stata un calvario, tra un virus che lo ha colpito in estate e che lo ha condizionato nella preparazione, una forma fisica trovata in ritardo e anche un inserimento in formazione che non è stato, con Bonaventura prima e Beltran poi tra i titolari del suo ruolo. Antonin ha tenuto duro e a Budapest ha ritirato fuori il meglio del proprio repertorio. Inserimento e precisione sotto porta, armi che avevano convinto la Fiorentina a investire su di lui dopo un anno a Verona in cui era andato in doppia cifra.
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