In estate, la Fiorentina era stata programmata per fare meglio dell’anno prima. Vincere era nei piani della società. Il mercato, tuttavia, non è stato adeguato alle ambizioni e così, ancora una volta, Italiano si è dovuto arrangiare, come suo solito nella sua esperienza viola. Modificare l'aspetto tattico di qualche pedina (come Beltran e Bonaventura) al fine di provare continuamente, nell'arco della stagione, a trovare l'equilibrio necessario per far rendere la sua squadra al meglio. Di questo ne ha subito il campionato. Tante, forse troppe rotazioni, ma la partita di Bruges ha illuminato nuovamente gli occhi dei giocatori viola. Atene è più che un sogno.
Del resto Italiano non è uno che si accontenta. E come lui i suoi giocatori, un gruppo costruito a immagine e somiglianza del suo impervio condottiero. Un uomo controverso, a volte di difficile comprensione, ma capace di imprese straordinarie. Le ultime due stagioni sono la dimostrazione delle sue infinite qualità di adattamento. Il commento di Repubblica.
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