© RIPRODUZIONE RISERVATA
La Nazione si sofferma sulle armi di questa Fiorentina, che può contare su tutti. Duncan vuol dire muscoli, Barak cervello per inserirsi là dove c’è bisogno di gol. A Basilea ha mandato i tifosi in delirio e ci ha regalato la qualificazione. Che vuoi di più? E Gaetano Castrovilli? Bello averlo ritrovato, con quel dieci sulle spalle. Lui col pallone ci sa far davvero e il gol tra le sue regole di vita. Poi c’è anche un altro dieci per vocazione: Jack Bonaventura. Carisma, talento, esperienza e colpi da campione. Un capitano senza fascia, un punto di riferimento per l’allenatore e per la squadra. Sì. Mandragora è equilibrio. Parola magica, che significa molto. Poi gli attaccanti, e qui la bipolarità diventa regola. Riccardo Sottil, per ora, è ancora una speranza. Jonathan Ikonè un simpatico dribblomane. Entrambi i colpi li hanno eccome. Ma possono e sono in grado di fare molto di più. Riccardo Saponara è stile in purezza. Fosse anche veloce giocherebbe nel Manchester City. Nico Gonzalez è quello che ti può cambiare la vita, quello che con un assolo ti rimette al mondo. Basta vedere la gara di Basilea. Josip Brekalo per ora è un boh, Christian Kouame quello che c’era quando gli altri erano probabilmente seduti al bar. Già. Il problema del centravanti, che è spuntato un anno dopo il suo arrivo. Grande Arturone Cabral, testardo numero nove poco stiloso ma deciso a sorprendere l’allenatore, i compagni e i tifosi. La sfida con Luka Jovic l’ha vinta proprio lui, perché il serbo era troppo impegnato a fallire gol incredibili.