L'opinione di Simone Vanni, professore di medicina interna e d’urgenza a Firenze sul caso di Edoardo Bove
Simone Vanni, professore di medicina interna e d’urgenza a Firenze e dirige anche la scuola di specializzazione in medicina dello sport dell’ateneo toscano, ha parlato del malore di Bove a La Repubblica:
Dottore, ha visto le immagini del malore di Bove, cosa ne pensa?
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«Si tratta di un evento cardiologico. Se è stato usato il defibrillatore, c’era un ritmo del cuore irregolare, da trattare con quello strumento. Il giocatore potrebbe avere avuto una delle due aritmie cardiache mortali, o una fibrillazione ventricolare o una tachicardia ventricolare, problemi che possono azzerare la capacità del cuore di pompare».
Possono essere provocate da traumi?
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«Anche un trauma toracico serio può dare una così detta contusione miocardica e innescare aritmie».
Nelle prime fasi si è anche parlato di epilessia.
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«Una scossa clonica degli arti, cioè involontaria, non vuol dire che si tratti di epilessia».
Nel comunicato di Fiorentina e Careggi si parla anche di accertamenti neurologici. Perché sono stati fatti?
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«Non tutte le morti improvvise sono di origine cardiaca. Può provocarle anche da una emorragia cerebrale, o da una rottura dell’aorta».
Qualcuno ha notato che allo stadio Franchi l’ambulanza non è entrata in campo.
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«Non significa niente dove si trovava il mezzo di emergenza, comunque vicino. Il dato importante è che in quattro minuti il giocatore sia stato messo sul mezzo. E poi la cura può iniziare già fuori, con il defibrillatore. Intervenire velocemente è importantissimo. Ogni minuto che passa, se c’è un arresto cardiaco, la mortalità aumenta del 10 per cento. È fondamentale l’utilizzo tempestivo e corretto del defibrillatore».