Possono essere provocate da traumi?
—«Anche un trauma toracico serio può dare una così detta contusione miocardica e innescare aritmie».
Nelle prime fasi si è anche parlato di epilessia.
—«Una scossa clonica degli arti, cioè involontaria, non vuol dire che si tratti di epilessia».
Nel comunicato di Fiorentina e Careggi si parla anche di accertamenti neurologici. Perché sono stati fatti?
—«Non tutte le morti improvvise sono di origine cardiaca. Può provocarle anche da una emorragia cerebrale, o da una rottura dell’aorta».
Qualcuno ha notato che allo stadio Franchi l’ambulanza non è entrata in campo.
—«Non significa niente dove si trovava il mezzo di emergenza, comunque vicino. Il dato importante è che in quattro minuti il giocatore sia stato messo sul mezzo. E poi la cura può iniziare già fuori, con il defibrillatore. Intervenire velocemente è importantissimo. Ogni minuto che passa, se c’è un arresto cardiaco, la mortalità aumenta del 10 per cento. È fondamentale l’utilizzo tempestivo e corretto del defibrillatore».
Gli atleti sono più esposti alla morte improvvisa?
—«La morte improvvisa nell’atleta è più frequente, a parità di età, rispetto al resto della popolazione. Lo sforzo fisico intenso provoca un rilascio di adrenalina che è collegato con l’aumento di probabilità di aritmie».
Eventi del genere sono prevedibili?
—«Sì. I controlli sono un’arma importante. Dall’82 in Italia sono obbligatori e la mortalità si è molto ridotta».
Qual è la causa più frequente di morti improvvise nell’atleta?
—«Le cardiomiopatie. Quella più diffusa è la ipertrofica, che si vede anche con l’ecografia. Poi ci sono alcune aritmie, come quella che potrebbe riguardare questo caso, non associate ad anomalie anatomiche ma solo a problemi elettrici».
Come si intercettano queste aritmie?
—«I test genetici possono rivelarsi decisivi».
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