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La Nazione
Cesare Pandrelli, ex allenatore della Fiorentina, ha rilasciato una breve intervista alla Nazione. Ecco le sue parole:
Non sono stupito, tra il mondo del calcio e quello reale il muro è sempre più alto. I tanto bistrattati ultras hanno dato una lezione a tutti: in certi momenti ci sono delle priorità che vanno oltre la vita di tutti i giorni. Quello che stanno vivendo Prato, Pistoia e Campi ha bisogno di una risposta concreta, che guarda caso viene dalla gente comune e non dalle istituzioni calcistiche. Mi sembra assurdo giocare una partita quando a cinque chilometri dallo stadio ci sono morti e devastazione. Gente che ha perso cari, la casa, tutto. Il calcio e la vita di tutti i giorni vanno su binari paralleli ormai. Tutti dovrebbero avere il coraggio e la determinazione di decidere una cosa per certi versi impopolare. Una partita si rimanda, quello che è successo in Toscana resta sulla pelle della gente per sempre. Firenze è la città per eccellenza della solidarietà, e l’esempio viene proprio dai fiorentini e dai ragazzi della curva Fiesole. Stiamo andando tutti fuori strada se pensiamo che una festa del calcio come dovrebbe essere Fiorentina-Juventus sia più importante di tutto. Sono amareggiato, il mio pensiero va a chi ha perso tutto
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