Avendo toccato con mano, durante la trattativa col Comune per il rifacimento dello stadio, quella materia collosa e melmosa che in Italia è la burocrazia, la Fiorentina avrebbe dovuto prevedere un piano B già per le amichevoli precedenti, quelle con Parma e Catanzaro, giocate invece nel verde silenzioso del Viola Park, senza aspettare l’ok per l’agibilità (per il pubblico) del suo centro sportivo. Avrebbe dovuto organizzarle altrove, in qualche stadio della Toscana se il Franchi non era disponibile. Alla prima uscita in Italia, nonostante le cinque labbrate prese a Belgrado dalla Stella Rossa, c’erano più di 7.000 tifosi a vedere la squadra a Grosseto. Impossibile non rendersi conto di un valore del genere. Adesso, a più di una settimana dalla gara con il Sestri, sarebbe imperdonabile rinchiudersi di nuovo senza gente nel Viola Park, che ha uno stadio con una capienza di 1.500 spettatori e un altro di 3.500, quanti ne contiene per esempio lo stadio delle Due Strade, alla periferia di Firenze.
La soluzione ideale resta il Franchi, ovviamente, ma chiedere ospitalità ad altre città della Toscana non è un reato. E’ finito il tempo delle amichevoli “fuori porta”, quando la Fiorentina andava il giovedì sui campi di provincia. Mica siamo più nel paleolitico. Questa è l’epoca della globalizzazione, altro che Montelupo, bisogna puntare su Manhattan, su Los Angeles, su Tokyo, meglio ancora su Riad. Va bene tutto, ma la gente va rispettata, la passione e la fede sono valori che non si possono disconoscere né in campagna, né in metropoli."
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