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La Nazione
Dargli in mano le chiavi della Fiorentina poteva essere un azzardo. Vincenzo Italiano ha voluto rischiare e ad oggi possiamo dire che ha avuto ragione. D'altra parte per prendere un regista di alto livello o fai una scommessa o devi spendere una tombola sul mercato. La Fiorentina ha scelto la prima strada, decidendo di investire in altri reparti. E così, alla seconda sosta del campionato, il brasiliano Arthur è già uno degli uomini fondamentali della squadra ed i 797 minuti in campo sono un bottino che consola. L'azzardo - giusto specificarlo era tale solo dal punto di vista fisico. Il centrocampista della Juventus era reduce da una stagione saltata a Liverpool. Dubbi sulla tenuta erano leciti. Tecnicamente invece no. Nella notte del 'Maradona' ha mandato in confusione Rudi Garcia e tutto il Napoli. Il tecnico francese ha provato ad arginarlo prima con Lobotka, poi mettendogli Raspadori alle calcagna, ma consegnando di fatto il centrocampo alla Fiorentina. Un pizzico di Pizarro (quelle giravolte ogni tanto ricordano il cileno...), la furbizia di Torreira e la visione di gioco di Liverani. Senza tornare troppo indietro nella storia della Fiorentina è lecito inserire Arthur in questo gruppo ristretto di fini pensatori della mediana. Nella gestione del pallone i tempi diventano fondamentali. Lui stesso sa bene che questa e l'ultima chance per tornare ad alti livelli e obiettivamente i primi mesi a Firenze li ha sfruttati alla grande, Contro il Napoli ha giocato 73 palloni ed i passaggi riusciti sono stati il 92% del totale. Lo riporta La Nazione.
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