Freddezza e sorrisi: così si presenta Gudmundsson sul dischetto. Sicuro di sé, pronto a respingere anche i tentativi amichevoli di Kean, che avrebbe voluto calciare il secondo rigore, e soprattutto deciso a caricarsi sulle spalle una Fiorentina in difficoltà. La pressione legata alla crisi di inizio stagione? Per Gudmundsson è stata uno stimolo. L'islandese ha riportato i viola in alto con i due rigori decisivi, uno procurato e trasformato, l'altro voluto a tutti i costi, nonostante il disappunto con un "imbronciato", termine usato dalla Nazione, Kean. Ma oltre ai rigori, il suo ingresso negli schemi di Palladino ha portato una ventata di qualità, diventata rara nella fase di "cantiere aperto" che la squadra stava attraversando.
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La Nazione: “Personalità e un Kean imbronciato: Gudmundsson è arrivato eccome”
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«Sono felice per i due rigori – ha dichiarato –. Ho lavorato duramente nelle ultime due settimane e mentalmente ero pronto fin dal mio ingresso in campo». La sua presenza ha subito avuto un impatto positivo, migliorando l'approccio offensivo della squadra, superiore a quanto visto con Colpani, Sottil e Ikoné. Nell'uno contro uno, Gudmundsson ha dimostrato tutta la sua classe, e la Lazio lo ha capito immediatamente. Baroni aveva basato il suo gioco sugli esterni, con l’obiettivo di puntare verso la porta di De Gea, ma Gudmundsson è stato abile a intralciare questi schemi e a rilanciare l'offensiva viola con il pressing. Gud è arrivato, e si è fatto sentire. Lo riporta la Nazione.
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