Sul rapporto con la squadra...
—Io cerco il dialogo individuale e di squadra. Mi piace capire più l’aspetto emotivo e personale che calcistico. C’è il calcio, okay. Ma a volte ci sono problemi anche interpersonali. Ho 40 anni, mi sento vicino a loro e abbiamo un rapporto moderno. Parlo di tutto: anche di ristoranti e di come si vive a Firenze. Cerco di toccare i punti che mi interessano, con le parole giuste per stimolare i ragazzi. Ma faccio parlare anche un giocatore a turno. Mi piace sentire le loro emozioni. Così tutti diventano leader. Sono loro i protagonisti e così si stimolano a vicenda.
Firenze è in festa, lo sa?
—I tifosi viola sono unici, vedo nei loro occhi la felicità. Sono quasi sorpresi di questo momento. Però non abbiamo fatto ancora niente: quando la squadra non girerà, avremo bisogno del loro calore. Non so dove potremo arrivare, è un campionato molto equilibrato e dobbiamo concentrarci su noi stessi.
Dove vive a Firenze?
—Al Viola Park, dormo qui. Non voglio perdere neanche un minuto della mia giornata per la Fiorentina. Tanti mi dicono che sono pazzo e che dovrei staccare ma non ci riesco. Mi sono appassionato a Xabi Alonso, che vive il calcio in modo totale.
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