Raffaele Palladino prende subito le distanze dall'idea di gioco di Vincenzo Italiano. Dal modulo, al modo di gestire il pallone
La vori in corso. Sta nascendo la Fiorentina di Raffaele Palladino. Almeno tatticamente, dato che di nuovi volti se ne vedono pochi: per ora l'unico innesto è quello di Moise Kean, che domenica contro la Primavera ha disertato assieme a Pietro Terracciano per proseguire il programma di lavoro personalizzato. Insomma, il tecnico viola aspetta che vengano esauditi i suoi desideri un po' come è accaduto per Kean, attaccante espressamente richiesto dall'ex Monza, nel frattempo studia i giocatori che ha a disposizione nell'ottica di costruire una squadra molto diversa rispetto a quella guidata da Vincenzo Italiano l'anno scorso. A partire dal modulo che non corrisponderà più al 4-2-3-1 lanciato dall'ormai allenatore del Bologna, ma un 3-4-3 che parte dal presupposto di dare più peso alla fase difensiva rispetto a quanto accaduto finora.
È il grande cambiamento a cui i tifosi assisteranno nel corso del prossimo campionato, con la costruzione che comunque inizierà rigorosamente dal basso. Il tecnico campano è pur sempre figlio del suo tempo, dunque la famosa partenza arretrata, marchio di fabbrica del calcio moderno, fa indiscutibilmente parte del suo repertorio.